Il nuovo “Biscardi della geopolitica” è il professor Montanari

Un soprannome geniale coniato da Massimo Bordin ai tempi della guerra in Kosovo, che oggi si adatta perfettamente a Tomaso Montanari. Ascoltare quel che ha detto dell’occidente maschio bianco e ricco per convincersene

Ai tempi della guerra in Kosovo si aggirava per i nostri salotti televisivi (specie quello di Gad Lerner) un ospite serbo che il caro Massimo Bordin soprannominò genialmente “il Biscardi della geopolitica”. Ogni volta che gli davano la parola, questo buffo personaggio commentava appassionatamente il conflitto in corso con grandiose banalizzazioni fumettistiche (ne ricordo una: “l’Europa è la vita, l’occidente è la morte!”), tra i sospiri e le alzate di spalle degli altri convenuti, che non sapevano bene cosa rispondergli.

Ora che Bordin non c’è più, e che è morto anche l’opinionista serbo, il titolo di “Biscardi della geopolitica” è tornato libero, in attesa di essere riassegnato. Perciò, già che siamo nella settimana del Nobel, avanzo la mia modesta candidatura: il professor (anzi, bordinianamente, il professore) Tomaso Montanari. L’altro giorno l’ho avvistato a “Piazza pulita”. Diceva – e scusatemi in anticipo per il singhiozzo – che dobbiamo decostruire (sic) la narrazione (sic) dello scontro tra culture, una narrazione crociata (sic) di un occidente interessato solo al dominio (sic), perché quando parliamo di occidente intendiamo i bianchi (sic) maschi (sic) ricchi (sic) e invece dovremmo scegliere l’occidente di san Francesco.

Lo so che ci sarebbero tanti altri candidati e candidate altrettanto meritevoli (praticamente tutte le firme degli esteri del Fatto Quotidiano). Ma nessuno come Montanari è in grado di maneggiare in modo così vivido delle astrazioni ideologiche, come fossero cartelloni di un cantastorie. Io perciò non ho dubbi. E voi? Altre nomination?

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