Viva (Duván) Zapata! e la maledizione dei crociati

Duván, Rodri, Bremer, Carvajal e tanti altri. Traditi da un ginocchio, C’entra il troppo giocare, le troppe partite? L’aveva detto per primo proprio Rodri. Ma il legamento crociato è un infortunio tremendo e con logiche tutte sue, purtoppo. Non serve fare la guerra ai ricchi come il guerrigliero messicano

Viva Zapata! Col punto esclamativo come nel filmone di Elia Kazan, splendido Marlon Brando coi baffi e splendido bianco e nero, quando a Hollywood facevano i film contro i capitalisti maldidos, e sceneggiava Steinbeck. Oppure Viva Emiliano Zapata, col nome, la gran rivoluzione di sassofono e percussioni latinoamericane di Gato Barbieri. Ma è soltanto una divagazione, per mandare un viva! e un in bocca al lupo a Duván Zapata, gran bravo ragazzo e tra i migliori punteros del nostro calcio. Lesione del legamento crociato e dei menischi, sabato mentre combatteva per il Toro contro l’Inter.

Ma Zapata (Emiliano) non è soltanto una divagazione, serve per ricordare che in questi mesi fioccano le polemiche sugli infortuni dei calciatori causati dal troppo giocare, troppo stress, troppe partite. Iniziò Rodri, e proprio al crociato s’è infortunato. Stessa sorte di Bremer, di Carvajal. Quindi tutti come Zapata-Brando a combattere contro i padroni sfruttatori del calcio. Però anche Alessandro Circati, del Parma, è stato tradito dal crociato in allenamento, e a inizio stagione, e stesso infortunio capitò ad Abraham, giovane e tutt’altro che logoro. E a tanti altri. Direbbe qualcuno che i crociati sono una maledizione a sé stante. Ma anche questa è solo una divagazione, forza Duván.

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  • Maurizio Crippa
  • “Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini”

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