Perugia è la favorita allo scudetto del volley per due motivi

La squadra guidata da Lorenzetti lotterà per conquistare del campionato maschile, ma alcuni dubbi appaiono all’orizzonte: i caratteri agli antipodi di allenatore e presidente, così come una formazione che rischia di scendere in campo senza i pezzi più pregiati

Da quando ha vinto il suo primo trofeo (la Supercoppa del 2017) non c’è stato anno che la Sir stesse a guardare. Sarà quindi ancora Perugia la formazione da battere nella stagione che parte domani e assegna l’80esimo scudetto della storia della Lega maschile. La società del presidente Gino Sirci (imprenditore di abbigliamento anti infortunistica) si presenta al via avendo conquistato anche quest’anno, per la terza volta consecutiva e la sesta negli ultimi otto anni, il trofeo che apre la Superlega. Batte la rivale Trento con un 3-2 in rimonta, che dice molto del carattere della squadra, e inizia così come aveva terminato: festeggiando. Eppure, a margine della Supercoppa, a sentire Angelo Lorenzetti – che da quando si è seduto sulla panchina umbra ha vinto cinque trofei su cinque – la sua squadra deve ridurre il gap con Trento “sennò non c’è storia”. A dar retta a Yuki Ishikawa, Mvp della partita e schiacciatore che ha scelto la Sir sfogliando la margherita: “Non ho giocato bene”. Pensa se il gap con Trento si riduce e il giapponese sfodera una prestazione che lo soddisfa.



Perché in casa Sir c’è questo cauto ottimismo? Per almeno due motivi. Che ne fanno, inevitabilmente, la società del momento. Il primo: il rapporto presidente-allenatore. Sirci è un personaggio sia in città che fuori. Dice quello che pensa nell’attimo in cui lo pensa. E dopo la Supercoppa, ospite nel palazzetto di ben due squadre femminili, il Bisonte e la Savino Del Bene, lui comunque puntualizza: “Probabilmente i fiorentini hanno constatato che in quanto a difese, battuta e velocità della palla la pallavolo maschile non è inferiore, anzi secondo me è superiore”. Non serve neanche essere femministe per spiegare al presidente che non è una gara. Ma la vittoria dell’oro olimpico della nazionale femminile e il mancato podio di quella maschile creano evidentemente qualche fastidio (non solo a lui). Così come una dichiarazione dello stesso Sirci che arriva alle orecchie di Lorenzetti. Il tecnico – impegnato da sempre a scegliere le parole e rifuggire la pressione – dopo la vittoria della Supercoppa bacchetta il suo “superiore”: “Ho sentito dalla voce del presidente la frase “Quando Perugia inizia a giocare…”. Se fuori vogliono pensarla così, che lo pensino. Noi dentro studiamo la pallavolo e Trento è più brava di noi in tre cose, che messe insieme fanno il gap del secondo e terzo set. Qualcosa dobbiamo ridurre se no non c’è storia”.


Se Sirci fomenta l’ambiente, Lorenzetti predica cultura sportiva, soprattutto in una stagione in cui non solo deve “difendere” i trofei di quella passata (verbo usato per semplificare e che non gli piacerà), ma sa come la Champions League – unica coppa che manca agli umbri – sia l’obiettivo numero uno. “Ricordo a Perugia che i favoriti non vincono sempre”, sottolinea lui, unico allenatore di pallavolo che ha conquistato lo scudetto con quattro squadre diverse: Modena, Piacenza, Trento e Perugia.

Arriviamo al secondo motivo. Perugia quest’anno ha fatto partire Wilfredo Leon, alias il giocatore più forte del mondo. Poi caso vuole che lo scorso anno lo scudetto sia arrivato proprio nella stagione in cui il polacco-cubano, causa infortunio, non ha giocato praticamente mai. Salvo entrare in finale scudetto e mettere a terra ace da capogiro. Ma perché la pallavolo è davvero uno sport di squadra e il gruppo conta più del singolo. Oggi Lorenzetti dispone con continuità di tre schiacciatori ricevitori: il polacco Semeniuk, l’ucraino Plotnytskyi e il giapponese Ishikawa. Uno starà in panchina, ma essendo che gli obiettivi sono tanti e la stagione finirà a maggio, il tecnico li potrà sfruttare a piacimento senza avere la coperta corta. Cosa di cui potrebbero risentire sia Trento che Piacenza, le dirette concorrenti. Considerato poi che a palleggiare c’è Simone Giannelli, diventato capitano anche a Perugia (ruolo che ricopre egregiamente in Nazionale) e al centro ci sono due colonne come Russo e Loser, l’opposto è Ben Tara e il libero Colaci, che ha vinto tutti i 14 trofei che gli umbri hanno conquistato negli ultimi otto anni, il perché la Sir Susa Vim Perugia sia ancora la favorita è presto detto. Basterà? La teoria non basta mai. E non solo perché c’è da ridurre il gap con Trento quando gioca al suo massimo potenziale. E, per di più, detiene la Champions. Ma perché proprio la Champions è terreno insidioso e per lo scudetto si fa sul serio da marzo in poi. Se Perugia seguirà il suo tecnico però, punterà sempre a “rovinare i piani degli altri”. Parola di Lorenzetti, allenatore di pensieri prima che di schiacciate. Poi, a occhio e croce, gli riescono entrambe.

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