“Sulla Rai stiamo con il Pd, non votiamo. Noi unici alleati affidabili. Conte tratta con Meloni”. Parla Boschi (Iv)

“Per noi non è solo un pegno d’amore sull’altare dell’alleanza con i dem ma una prova di coerenza. Non mi sorprendono le intese del M5s sulla Rai. Lo hanno già fatto. Il sensale è sempre Travaglio. Se si vuole battere Meloni, conviene cominciare a lavorare su un programma comune”

Roma. Onorevole, che fa Italia viva? Sarà in aula per votare i consiglieri Rai? “Abbiamo scelto di tenere una linea condivisa con il Pd e continueremo a farlo. Gli altri partiti di opposizione, dopo aver avuto una posizione unitaria per settimane, ieri, si sono smarcati e si voteranno i loro nomi nel Cda”. Maria Elena Boschi risponde al Foglio e lo conferma: stiamo con i dem. Elly Schlein ha scelto la linea dura, Aventino. Con la sponda dei ritrovati alleati renziani, la segretaria del Pd proverà a portarla fino in fondo..




“Io e Dafne Musolino in vigilanza, cosi come v in aula, abbiamo seguito la linea di Elly Schlein. Se noi avessimo accettato le offerte della maggioranza avremmo chiuso facilmente un accordo perché alla maggioranza mancano due voti in vigilanza sulla presidenza Rai e per l’appunto siamo in due”, spiega Boschi. “Ma per noi questa non è solo un pegno d’amore sull’altare dell’alleanza con il Pd ma una prova di coerenza. IV è stata collaborativa con la maggioranza. La maggioranza ci ha preso a schiaffi su tutto. Chi è causa del suo mal pianga se stesso”. La parole che Boschi consegna al Foglio arrivano dopo una giornata in cui le opposizioni sono andate in frantumi. Con i grillini che per primi hanno deciso di smarcarsi dalla linea unitaria. Hanno trovato un’intesa con la maggioranza? “Non mi sorprende l’accordo di Conte sulla Rai”, dice l’ex ministra. “Lo hanno già fatto sulla presidenza della vigilanza per Floridia, sul contratto di servizio e su varie nomine. Il sensale è come sempre Travaglio che è il più grande sponsor di Meloni e che ha tutto l’interesse a continuare a vendere alla Rai i programmi della società de ‘Il Fatto Quotidiano’ e garantirsi le ospitate varie. Il governo si dimostrerà molto riconoscente coi grillini sulla Rai”.

Alla fine la maggioranza riuscirà a nominare presidente Simona Agnes? Voi vi opporrete? “Credo si arriverà a un Cda di transizione o la maggioranza potrebbe anche trovare qualche alleato insperato, appunto. Niente di personale verso Simona Agnes con la quale ho un buonissimo rapporto, ma il tema è un altro”. Intanto il senatore forzista Claudio Fazzone, presidente dell’ottava commissione, quella competente in materia, ha annunciato che tutte le proposte di riforma sulla Rai verranno incardinate il primo ottobre. Un segnale. Pensa che la maggioranza faccia sul serio o è un bluff? “Ho molti dubbi che ci sia davvero la volontà di cambiare”.




Per voi di Italia viva riformare la tv pubblica non vuole dire rinnegare la legge Renzi? “L’unico governo che non ha utilizzato la legge tanto criticata è stato proprio quello Renzi”, ci risponde Boschi. “L’hanno usata il governo Conte I, Draghi e ora Meloni. Per noi cambiarla non è un tabù, specie alla luce del nuovo Media act. Abbiamo anche presentato una nostra proposta. Ma mi fanno sorridere – continua la deputata di Iv – le ‘anime belle’ che ora si scandalizzano, considerato chi la votò nel 2016 e chi non l’ha cambiata dopo, ma anzi ne ha attinto a piene mani”.




La Rai insomma, ieri come oggi, svela tutte le divisioni e le divergenze tra le opposizioni. Il passaggio parlamentare di oggi avrà ripercussioni sulla già faticosa costruzione del campo largo? “Mi pare che chiarisca una volta in più al Pd chi è affidabile e chi no. Siamo stati coerenti e corretti, Conte dal primo giorno ha trattato con Meloni per i propri interessi. Noi lavoriamo con impegno alla costruzione dell’alternativa alla Meloni, altri ci fanno accordi. Con quale credibilità Conte mette veti su di noi?”, attacca Boschi, secondo cui il leader del M5s gioca sostanzialmente su due tavoli.




E continua a prendervi di mira. Cambierà idea? Capirà che il campo largo è l’unica strada per creare l’alternativa a meloni? “Ha bisogno di attaccarci per nascondere la resa dei conti con Grillo e la profonda crisi all’interno M5s. E poi non ha ancora superato lo shock di vedersi sostituire da Draghi a Palazzo Chigi, grazie al coraggio di Renzi e Iv. Ma A meno che Conte nel 2027 non voglia rinnovare a Meloni il regalo che Letta le ha già fatto nel 2022, conviene cominciare a lavorare su un programma comune. Insomma – conclude Boschi – più linea Schlein che linea Letta sulle alleanze, se si vuole vincere la prossima volta”.

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