C’è ancora grande confusione attorno al Mondiale per Club 2025

Si giocherà negli Stati Uniti tra giugno e luglio del prossimo anno, ma ancora non si sa in che stadi, a che ora e chi trasmetterà le partite. E il sindacato mondiale dei calciatori si lamenta per le troppe partite

Il Mondiale per club della Fifa, il primo a 32 squadre, con 63 partite in 29 giorni, dal 15 giugno al 13 luglio 2025, sembra ancora in alto mare. Al momento, infatti, non ci sono dettagli né sugli stadi né sulla copertura televisiva, senza considerare che, mediaticamente parlando, si sovrapporrà all’Europeo di calcio femminile e al torneo di Wimbledon, che rilanceranno per contendersi il pubblico televisivo. Secondo Gianni Infantino, presidente del governo del calcio mondiale, sarà un evento grandioso e inclusivo, con squadre provenienti da ogni parte del mondo, cui sono stati promessi ricavi importanti. La scelta degli Stati Uniti, come sede, fa seguito alla Copa America disputata quest’anno e alla Gold Cup dello scorso, per accompagnare gli appassionati al Mondiale del 2026, tra Canada, Messico e, appunto, Stati Uniti. Ma proprio l’ultima Copa America ha evidenziato problemi organizzativi, dal caldo eccessivo per gli orari delle partite, che speriamo sarà tenuto in conto, ai campi da gioco, utilizzati più spesso per altre discipline e considerati inaccettabili da tanti calciatori. Insomma non proprio un bel viatico.

La Fifa ha provato ad accordarsi con Apple, responsabile della trasmissione della Mls statunitense, senza considerare che esiste anche la piattaforma Fifa+, ma evidentemente per monetizzare serve ben altro. Quest’estate alcuni media hanno riportato le parole contrastanti di Carlo Ancelotti, allenatore del Real Madrid, che prima avrebbe negato la partecipazione del club al Mondiale Fifa e poi avrebbe ritrattato dicendo: “Le mie parole non sono state interpretate nel modo in cui intendevo. Niente potrebbe essere più lontano dal mio interesse che rifiutare la possibilità di giocare un torneo che rappresenterebbe un’irrinunciabile opportunità per continuare a lottare per titoli importanti”. Lo stesso Real Madrid che il 18 dicembre giocherà la finale della Coppa Intercontinentale Fifa – nome riesumato alla bisogna – contro la vincitrice dei turni preliminari, in una riedizione degli ultimi Mondiali per club ma con un format diverso e partite spalmate tra Egitto, Emirati Arabi Uniti e Qatar. Al momento gli emiratini dell’Al-Ain hanno sconfitto i neozelandesi dell’Auckland City e il 29 ottobre affronteranno gli egiziani dell’Al-Ahly; mentre i messicani del Pachuca attendo i vincitori della Conmebol e da questi incroci arriverà l’avversario del Real Madrid, che potrebbe giocare più di 70 partite in stagione.

E mentre i calciatori si lamentano dei calendari ‘intasati’ – senza dire se accetterebbero stipendi più bassi –, tra club e nazionali, è sceso in campo anche il sindacato mondiale che ha cercato un accordo con Infantino: “Dato che tutti i tentativi di dialogo sono falliti, spetta ora a noi garantire il pieno rispetto dei diritti fondamentali dei giocatori, portando la questione davanti ai tribunali europei e quindi davanti alla Corte di Giustizia dell’Unione europea (ricordando la sentenza che ha stabilito come il monopolio della Uefa e della Fifa sulle competizioni e sui loro calendari è contrario al diritto alla concorrenza, ndr). Non si tratta di stigmatizzare una competizione specifica, ma di denunciare sia il problema di fondo che la goccia che ha fatto traboccare il vaso”, ha dichiarato David Terrier, presidente di Fifpro Europa.

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