I sondaggi danno un centrodestra solido: Forza Italia sopra la Lega, Fratelli d’Italia perde lo 0,2 per cento

I dati più recenti sulle preferenze di voto registrano una situazione stabile con la maggioranza che conferma le dinamiche delle scorse settimane. Lieve calo del Pd, stabile il M5s

Gli orientamenti di voto relativi al 23 settembre 2024 rilevati da Swg fotografano uno scenario abbastanza stabile rispetto alla settimana precedente. Lassetto della maggioranza non sembra subire alcun tipo di contraccolpo: tutte le forze di centrodestra rimangono sostanzialmente in linea alla stima del 16 settembre scorso, con Fratelli d’Italia che perde lo 0,2 pur restando il primo partito con il 30,1 per cento di consensi, mentre i colleghi di governo, Forza Italia e Lega, aumentano entrambi di uno 0,1 per cento. Il partito di Matteo Salvini resta dietro a quello di Antonio Tajani, raggiungendo rispettivamente 8,2 e 8,5 per cento.

Analogamente alla capolista, anche il Partito democratico sacrifica uno 0,2 per cento sui consensi: cala al 22,6 per cento ma continua a mantenere saldamente il secondo posto. L’Alleanza Verdi e Sinistra guadagna lo 0,1 per cento dall’ultima rilevazione, al contrario, il consenso per il Movimento 5 Stelle rimane perfettamente stabile, conservando sia il suo 11,7 per cento che la terza posizione fra i partiti più graditi.

Superata la sestina delle compagini politiche più popolari, Azione consolida il suo primo posto nella classifica dei partiti minori con il 3,1 per cento di voti probabili, incassando un + 0,1 per cento. Lo stesso incremento viene registrato dagli ex colleghi del terzo polo, Italia Viva, che da 2,6 arriva a 2,7 per cento. Più in basso c’è +Europa, il cui consenso viene eroso dello 0,2 per cento rispetto a lunedì scorso, fermandosi all’1,5 per cento. Seguono poi Sud Chiama Nord all’1,0 per cento (in diminuzione rispetto all’1,1 per cento precedente) pari merito con Noi Moderati, che diversamente guadagna lo 0,2 per cento.

Tutte le altre liste minori continuano a rappresentare il 2,5 per cento dei consensi, anche se si allarga dell’1 per cento la quota di intervistati che alla domanda “che cosa voteresti domani?” preferisce non esprimersi (35 per cento).

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