Qualche chicca sul gran gala di Meloni a New York, tra Musk e (forse) investimenti

Il ceo di Tesla e X premia la presidente del Consiglio, “bella dentro perfino più di quanto non lo sia fuori”. Le affinità tra i due che potrebbero portare al vero business

L’affinità fra la presidente del consiglio Giorgia Meloni e il ceo di X, Tesla e Space X, Elon Musk, sembra evidente sin dalle prime battute di quest’ultimo sul palco del Ziegfeld Ballroom di Manhattan. E del resto sarebbe stata proprio Meloni a scegliere Elon Musk per la sua prestigiosa premiazione: il Global Citizen Award assegnato ogni anno dal think tank di Washington Atlantic Council a chi si distingue nelle relazioni transatlantiche. Nella sua breve introduzione, perfino un po’ emozionato, Musk ha detto che Meloni è “una persona bella dentro perfino più di quanto non lo sia fuori”, e una leader politica “autentica, onesta e riflessiva” – una cosa, ha detto Musk, che non si può dire sempre dei politici.

Poco prima, sullo schermo principale, era andato in onda un video di un minuto e mezzo che spiegava agli spettatori le motivazioni dell’assegnazione del premio a Meloni: praticamente un’agiografia che parte dall’inizio – il 21 dicembre del 2012 con Crosetto e La Russa alla Galleria Alberto Sordi di Roma per il lancio del partito Fratelli d’Italia. Il filmato indugia sulle immagini dell’ultimo G7 pugliese, e su quelle di Meloni con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, passando per diversi incontri con leader internazionali. “Giorgia Meloni è una forza incrollabile sul palcoscenico globale”, dice la voce fuori campo, “la sua leadership di estende fuori dai confini italiani, difendendo la democrazia e la giustizia nel mondo”. Poi, dopo tanta celebrazione, Meloni è salita sul palco, ha ricevuto il suo premio, e finalmente ha potuto pronunciare il suo discorso – un po’ in ritardo dato che i due, e soprattutto il milionario, sono stati braccati da molti dei settecento partecipanti alla serata di gala per un selfie.

Grazie all’Atlantic Council per questo premio di cui sono molto fiera”, ha iniziato Meloni, “e ringrazio Elon per il suo genio”. La presidente del Consiglio ha iniziato dicendo di non voler parlare né di Italia né di politica estera – perché l’Italia sta con “quelli che difendono la libertà e la sovranità”, e giù applausi – e ha spiegato di voler essere “una leader” e non “una follower”. E poi: “Stasera vorrei offrirvi una nuova prospettiva”, ha detto la premier, “citando un op-ed pubblicato dalla versione europea di Politico”. E qui la platea un po’ ha si è irrigidita, pensando all’irritualità di portare la critica ai giornali e ai media su un palcoscenico come quello di New York. “La sua analisi”, dice Meloni, riferendosi a quella firmata da Anthony J. Constantini dell’Università di Vienna nel settembre del 2023, “si concentra sul ‘nazionalismo occidentale di Meloni” (citazione con tanto di virgolette nell’aria) ma, spiega sempre la premier, non “bisogna vergognarsi di usare e difendere parole come nazione e patriottismo”. E però questa parte, un po’ contorta, non riceve nessun applauso dalla platea: quello arriva soltanto molto dopo, nel momento della citazione di Michael Jackson come suo insegnante d’inglese (già fatta in precedenza) e con lei che canticchia “Man in the mirror”.

Ma se il discorso di Meloni, al di là dei riferimenti al nazionalismo e ai velati riferimenti alla guerra contro “la stampa mainstream” (un tema caro agli agitatori culturali “contro il virus del wokismo”) è stato un po’ rigido, tutt’altro è stata la cena di gala accanto a Musk. Il milionario imprenditore del tech negli ultimi anni di politica si è interessato molto, soprattutto flirtando con l’estrema destra globale, rilanciando su X teorie della cospirazione, e comprando il social col dichiarato intento di farne una battaglia ideologica per la liberta d’espressione che sconfina con l’eversione, fino al dichiarato endorsement al candidato repubblicano Donald Trump per le elezioni presidenziali americane di novembre. Ma Musk resta il più grande imprenditore tecnologico del mondo, e la speranza è che alla cena, piuttosto che di politica o di virus del wokismo, Meloni e Musk abbiano parlato d’investimenti, tipo questi.

Il discorso completo di Meloni si legge qui

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  • Giulia Pompili
  • È nata il 4 luglio. Giornalista del Foglio da più di un decennio, scrive soprattutto di Asia orientale, di Giappone e Coree, di Cina e dei suoi rapporti con il resto del mondo, ma anche di sicurezza, Difesa e politica internazionale. È autrice della newsletter settimanale Katane, la prima in italiano sull’area dell’Indo-Pacifico, e ha scritto tre libri: “Sotto lo stesso cielo. Giappone, Taiwan e Corea, i rivali di Pechino che stanno facendo grande l’Asia”, “Al cuore dell’Italia. Come Russia e Cina stanno cercando di conquistare il paese” con Valerio Valentini (entrambi per Mondadori), e “Belli da morire. Il lato oscuro del K-pop” (Rizzoli Lizard). È terzo dan di kendo.

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