Il Fanta che tiene a galla il calcio

Rimpatriate attorno al listone, fogli Excel e battute all’asta che Christie’s manco si sogna: perché oramai non è più soltanto un gioco ma un rito collettivo

Più che un gioco è un rito. Rimpatriate attorno al listone, fogli Excel e battute all’asta che Christie’s manco si sogna. “Ogni anno mi sembra più dell’anno prima”, sorride Pierluigi Pardo, conduttore, telecronista di Dazn ma anche pagellista per fantacalcio.it. “Un ruolo di grande responsabilità: dalle valutazioni mie e dei colleghi dipendono le sorti di milioni di fantallenatori ogni settimana”. E gli umori degli italiani il lunedì mattina. Perché se il Fantacalcio – maiuscola non casuale: è un marchio registrato – vive il suo massimo splendore a oltre un trentennio dalla sua nascita, va spiegato col magnetismo detonato dalla tecnologia. “Arrivano le formazioni ufficiali e apri l’app. Segna Lukaku e ti arriva la notifica. Cambia un voto live e resti incollato allo schermo: la quantità di scroll registrata da fantacalcio.it dopo una giornata di Serie A è infinita”. La parola agli addetti ai lavori. “Le nostre app registrano miliardi di pagine instant al mese”, interviene Nino Ragosta, Ceo della piattaforma. “Contiamo circa 6 milioni di iscritti, prevalentemente nella fascia 18-44 anni. Mentre i giocatori effettivi superano i 3”. Quasi come i telespettatori del nostro campionato. Se si andasse alle elezioni, numeri (e un po’ di umorismo) alla mano, i fantallenatori sarebbero il terzo partito del paese. Un’autentica categoria sociale.

In origine il Fantacalcio era un passatempo casalingo: carta, penna e Gazzetta cartacea (fu inventato da Riccardo Albini, al bar con gli amici a cavallo degli anni Novanta). È stato a lungo considerato un fenomeno di nicchia. E così è rimasto, anche dopo la transizione sul web: il portale fantacalcio.it esiste già prima del 2000. Poi qualcosa cambia. Il sito nel 2012 diventa testata registrata. Presto se ne aggiungono altre: effetto domino sull’offerta. “Fino ad allora era impensabile seguire con rigore giornalistico tutte le news fantacalcistiche”, spiega Guglielmo Cannavale, fondatore insieme a Fabrizio Romano – calciomercato, here we go – di Sos Fanta. “Ultime dai campi, infortuni: le informazioni esistevano, ma i giornali non le comunicavano con quell’enfasi necessaria a questo mondo. Dunque la nostra intenzione era dargli credibilità: quando abbiamo iniziato era ancora un gioco. Oggi invece partecipano i calciatori stessi. Caputo un pioniere. Berardi, Sensi e Caprari ci mostrano la loro asta in diretta. Al contempo i club fanno tweet di riferimento. La terminologia del Fantacalcio è entrata nelle telecronache di tutti i giorni. Ogni distanza è azzerata”.

In una parola, sdoganamento. Fino all’ossessione: pagine su pagine, fanta-influencer, youtuber, dilemmi esistenziali sul rendimento in trasferta del terzino di riserva dell’Empoli. “Una vera escalation”, continua Cannavale. “Rispetto agli altri fantasy game calcistici questo prevale perché coinvolge dal vivo”, almeno per due aste all’anno. “E la progressione è ancora in corso: il fatto di applicare allo sport reale sempre più statistiche e heat map si è riversato anche sul Fantacalcio. L’evoluzione dei social ha fatto il resto. La moltiplicazione capillare di canali e creatori di contenuti si riscontra in ogni campo e noi non ne siamo risparmiati. A livello strategico, questo comporta analisi e consigli più approfonditi: maggiore preparazione dell’utente significa maggiore difficoltà di gioco. Il fantallenatore medio è un perfezionista maniacale”.

E un fedelissimo. Stessa storia, stesso posto, stesso bar. “Un terzo delle squadre iscritte su fantacalcio.it dal 2009 sono ancora attive”, di nuovo Ragosta. “Copriamo il 92-94 per cento del mercato. Siamo il Fantacalcio ufficiale della Lega Serie A da tre stagioni. Uno dei motori che dà vita all’ecosistema: sul sito contiamo anche 10 milioni di utenti unici al mese. E fino a 1,5 in contemporanea”. Cifre da capogiro per qualunque mass media. Secondo Pardo, “la grande rivoluzione è stata il voto live, in divenire per 90 minuti: così cambia anche il lavoro del pagellista, più legato alla prestazione reale del calciatore anziché al giudizio di sintesi a fine match. Un motivo di ulteriore successo”. Senza compromettere il rapporto col calcio reale. “Anzi, c’è totale sinergia. Il Fantacalcio ti fa sentire protagonista, crea una sorta di doppio tifo e un effetto significativo sulle partite non di cartello”. Chi si è sintonizzato su Lecce-Cagliari soltanto per vedere il ‘più tre’ di Krstovic? “E ancora più importante, il Fantacalcio aiuta a cementare generazioni di amicizie storiche. Significa condivisione, altri sbocchi di divertimento. E anche un po’ di sfottò”. Nuova categoria di sorrisi: arrivare a 78 con doppietta di Thauvin. Chi non capisce deve ancora provare.

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