Ppe, Ecr, Patrioti e Afd votano insieme la risoluzione anti-Maduro. Prove di coalizione anti Green Deal

La “maggioranza Venezuela” approva il testo pro Urrutia e segna un punto di svolta all’interno dell’Eurocamera, che si trasforma in una rampa di lancio per testare nuovi equilibri fra le forze della maggioranza conservatrice

Bruxelles. La “Maggioranza Venezuela” è nata: ha 309 voti e gode di ottima salute. Il Ppe a Strasburgo fa prove di ribaltone e testa una maggioranza alternativa con Ecr, Patrioti e AfD, capace di minacciare il Green Deal, mettere all’angolo le forze progressiste e fornire, all’occorrenza, soccorso alla conferma di Raffaele Fitto come Commissario Ue. Questa strana maggioranza era nell’aria da tempo ed è figlia del successo elettorale dei popolari alle europee. “Ci sono diverse maggioranze possibili oggi all’Eurocamera, ma la differenza rispetto alla scorsa legislatura è che nessuna di queste oggi è possibile senza il Ppe”, spiegano fonti popolari al Foglio.



L’esordio in Aula è arrivato giovedì a Strasburgo, passando in sordina, coperto dal clamore del voto sulla risoluzione a sostegno dell’Ucraina, ma non è sfuggito agli addetti ai lavori. La situazione in Venezuela è infatti diventata la rampa di lancio per testare nuovi equilibri, e l’Eurocamera ha approvato con 309 voti favorevoli, 201 contrari e 12 astenuti la risoluzione che chiede all’Ue di delegittimare Nicolás Maduro e riconoscere González Urrutia come presidente legittimo del paese.



L’argomento non poteva essere più propizio e colpisce la sinistra europea su un nervo scoperto: i socialisti, già il giorno prima del voto, avevano annunciato la loro contrarietà a causa dell’attacco, contenuto nel testo, all’azione del governo Sánchez. Contrari anche Verdi e Sinistra Ue che dichiarano di non voler votare una risoluzione che il Ppe ha coordinato con l’estrema destra.



A quel punto, la palla passa ai liberali, che però, di fronte ai numeri, si rendono conto che qualcosa è cambiato: il loro ruolo di ago della bilancia è venuto meno. Il calcolo dei voti è chiaro: gli eurodeputati di Renew non hanno i numeri per fermare l’accordo delle destre, poiché, al netto di assenze e astensioni, il testo ha la maggioranza relativa dell’Aula e per evitare una figuraccia, decidono di disertare il voto. Ma il tabellino fotografa il cambio di equilibri: la risoluzione passa con un margine di 108 voti, e i meno di 80 voti di Renew Europe non sarebbero comunque stati sufficienti per fare la differenza. Per Manfred Weber, leader del Ppe, il voto rappresenta una rivincita per l’affronto subito nel luglio 2023, quando, nella scorsa legislatura, sinistre, socialisti, verdi e liberali, uniti, sconfissero il tentativo dei popolari di affossare la Nature Restoration Law, uno dei capisaldi del Green Deal.



La Maggioranza Venezuela, dunque, è pronta, ma ora bisogna capire come utilizzarla. Per i popolari, si tratta soprattutto di uno strumento da usare contro Renew e socialisti, ma i Patrioti la vedono diversamente. Secondo Paolo Borchia, capodelegazione della Lega all’Eurocamera, “Per il Ppe è arrivato il momento di capire cosa vuole fare da grande: i cittadini hanno chiesto una maggioranza di centrodestra con il voto, e questa volontà va rispettata. Se il Ppe non lo capisce, credo che i cittadini ne trarranno le conseguenze”.



Che il voto sul Venezuela abbia un’importanza che va ben oltre le relazioni tra Ue e il Paese sudamericano lo si capisce anche dall’atteggiamento dell’Ecr e dei suoi eurodeputati, che, uscendo dall’aula, spiegano che “è accaduto qualcosa di storico”. Festeggia anche Viktor Orbán: “Accogliamo con favore la recente risoluzione del Parlamento europeo sul Venezuela”, spiega il premier ungherese venerdì su X, poco dopo il suo incontro con il segretario della Lega, Matteo Salvini.



Ai socialisti non resta che prendere atto di quanto accaduto e lanciare un avvertimento ai colleghi popolari: “Il Ppe ha deciso di siglare un accordo con Meloni, Orbán, Le Pen e AfD, invece che con i gruppi filoeuropei”, spiega lo spagnolo Javi López, ammonendo che “gli accordi con l’estrema destra indeboliscono l’Europa”. Ma la Maggioranza Venezuela ormai è nata, e dal voto di giugno a oggi non ci ha messo nemmeno tre mesi per venire al mondo.

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