L’Intelligenza artificiale cambia il mondo ma è più antica di quel che si pensa

Il libro di Manfred Spitzer aiuta a districarsi sul tema più discusso e frainteso degli ultimi anni. L’ IA generativa nasce nel 700 dalle mani di un orologiaio per poi arrivare alle applicazioni nel cinema e in finanza, nella meteorologia e nella medicina. Una risorsa dalle mille opportunità, spiegata senza baccano

L’effetto che ChatGPT ha avuto nel settore tecnologico non era stato previsto da nessuno, nemmeno tra i suoi creatori all’interno di OpenAI. Secondo alcune ricostruzioni, infatti, pare che Sam Altman, co-fondatore dell’azienda, avesse fretta di dimostrare a eventuali investitori le capacità dei loro software, e quindi ordinò di realizzare un chatbot. In fretta, da mettere online al più presto. Poche settimane dopo, uscì ChatGPT (se ci avessero puntato di più gli avrebbero dato un nome migliore?) e il mondo non fu più lo stesso.

L’enorme interesse per le intelligenze artificiali generative (e più correttamente per gli LLM, i modelli linguistici di grandi dimensioni come GPT-4) ha avuto conseguenze diverse e pesanti, tra cui quella di far coincidere – agli occhi di parte del pubblico – la parola “chatbot” con “AI”. Quando si parla di intelligenze artificiali, oggi, specie nei media mainstream, si finisce per discutere delle mosse di Google, Microsoft, delle nuove emoji personalizzabili di Apple; ed è un peccato, perché basta allontanarsi un po’ dall’occhio di questo ciclone per osservare il settore nella sua interezza e comprendere che le AI generative sono solo una regione, anche remota, di un vasto impero di possibilità.

Dietro a quelle due letterine c’è un mondo, che viene raccontato dal neuroscienziato tedesco Manfred Spitzer in Intelligenza artificiale. Opportunità e rischi di una rivoluzione tecnologica che sta cambiando il mondo (Corbaccio, 336 pp., 22 euro), saggio che esplora una tecnologia più antica e ramificata di quello che sembra. L’idea di una macchina pensante ha radici profonde che portano all’inizio del Settecento, quando nacque l’orologiaio e inventore svizzero Pierre Jaquet-Droz (1721-1790), che realizzò tre androidi simili a esseri umani: una suonatrice di organo, un disegnatore e uno scrittore, a dimostrazione che non è con ChatGPT che le macchine hanno iniziato a provare a rottamare gli artisti.

Si arriva così alle applicazioni presenti e future della tecnologia, e che vanno ben oltre le risposte dei chatbot, come lo studio di proteine e amminoacidi di AlphaFold, programma sviluppato da Deepmind (oggi nota come Google DeepMind), o la scoperta di nuovi antibiotici, in particolare quelli con una struttura individuata dalle AI e subito ribattezzata halicina, “in onore” di HAL9000, il computer del film “2001: Odissea nello spazio”. Le intelligenze artificiali si sono estese a macchia d’olio da molto tempo prima che Altman e i suoi cominciassero a giocare con gli LLM, dicevamo, a dimostrarlo ci sono le tracce lasciate dalla tecnologia in settori diversi e distante l’uno dall’altro, dal cinema alla finanza passando per la meteorologia e la medicina.

Quella di Spitzer è una lettura interessante specie dopo due anni di annunci trionfali e apocalittici su tutti i modi in cui le IA (quelle generative) cambieranno il mondo, e forse lo miglioreranno, anzi no, ancora, lo distruggeranno. Questo libro dribbla velocemente l’hype attuale per raccontare, non senza tecnicismi, da dove vengono questi sistemi, come funzionano e come vengono utilizzati già oggi – e in che direzione andranno. Il tutto senza tirare in ballo apocalissi o computer impazziti come il citato HAL ma con un occhio ai problemi tecnici ed economici del settore. Manfred Spitzer presenterà in anteprima a pordenonelegge Come l’intelligenza artificiale sta cambiando il nostro mondo oggi alle ore 17 presso lo Spazio Gabelli, in dialogo con Vincenzo Della Mea.

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