Tempo di nomine per Nordio: dal garante dei detenuti al commissario per l’edilizia

Il ministro della Giustizia nominerà nei prossimi giorni due figure importanti per la gestione delle carceri. La prospettiva politica resterà quella securitaria voluta da Fratelli d’Italia e Lega, contrarie a qualsiasi misura che possa apparire come uno “sconto” per i detenuti

Tempo di nomine per Carlo Nordio. Entro la prossima settimana, il ministro della Giustizia sceglierà il nuovo Garante dei detenuti e delle persone private della libertà personale, che andrà a sostituire Felice Maurizio D’Ettore, morto improvvisamente il 22 agosto scorso. Sui possibili nomi vige il massimo riserbo, ma secondo quanto si apprende da fonti di Via Arenula la nomina avverrà nel segno della continuità. Tradotto: sarà Fratelli d’Italia (partito da cui proveniva D’Ettore) a scegliere il nuovo garante, e questo nonostante Forza Italia da questa estate abbia deciso di puntare molto sul tema delle carceri, avviando una campagna di sensibilizzazione sui diritti dei detenuti insieme al Partito radicale. I vertici di FI sarebbero addirittura all’oscuro della rosa di nomi sulla quale Nordio sta facendo le sue valutazioni.

La seconda nomina attesa riguarda sempre il mondo carcerario. Si tratta del commissario straordinario per l’edilizia penitenziaria, figura prevista dal decreto sulle carceri approvato lo scorso agosto. La nomina, come riferito ieri al Senato da Nordio, avverrà “ad horas”. La funzione del commissario sarà quella di “compiere tutti gli atti necessari per la realizzazione di nuove infrastrutture penitenziarie nonché delle opere di riqualificazione e ristrutturazione delle strutture esistenti, al fine di aumentarne la capienza e di garantire una migliore condizione di vita dei detenuti”. Tutto ciò, si legge ancora nel decreto, “per far fronte alla grave situazione di sovraffollamento degli istituti penitenziari”, che al momento ospitano circa 64 mila detenuti a fronte di 49 mila posti disponibili (sovraffollamento del 130 per cento). Il commissario resterà in carica fino al 31 dicembre 2025, quindi difficilmente sarà in grado di intervenire nel settore dell’edilizia carceraria con una prospettiva di lungo periodo. A ogni modo per la sua nomina si prevede che sia necessario un decreto del presidente del Consiglio, su proposta del ministro della Giustizia, di concerto con il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, cioè Matteo Salvini.

Su questa nomina, dunque, sarà soprattutto la Lega a far sentire il proprio peso. D’altronde, come abbiamo già raccontato su queste pagine, ai tempi della formazione del governo il Carroccio ha fatto di tutto per ottenere la delega sulla gestione delle carceri, poi infatti attribuita al sottosegretario Andrea Ostellari.

In entrambi i casi (garante e commissario straordinario), la prospettiva politica generale resta quella securitaria, fondata sulla “certezza della pena” e contraria a qualsiasi misura che possa apparire come un beneficio o uno “sconto” per i detenuti.

Nordio dovrà poi nominare anche il nuovo capo ufficio stampa, posto vacante da metà agosto, dopo l’uscita di scena di Raffaella Calandra. Da allora l’attività del ministro è rimasta avvolta dietro una sfera impenetrabile ai giornalisti.

Tornando alle carceri, il Guardasigilli al momento non avrebbe reiterato la richiesta avanzata ai primi di agosto al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, di un incontro per parlare di soluzioni al problema del sovraffollamento carcerario, con particolare attenzione alle misure cautelari. La richiesta venne accolta con un certo imbarazzo dal Quirinale, in quanto giunse in concomitanza con il via libera definitivo del Parlamento al decreto carceri, che proprio del sovraffollamento, in teoria, avrebbe dovuto occuparsi. Il provvedimento, invece, pur prevedendo interventi anche positivi nel medio-lungo periodo, non contiene alcuna misura per ridurre nell’immediato il sovraffollamento nelle carceri. Intanto il numero di suicidi fra i detenuti da inizio anno è salito a 72.

A chiedere un incontro al ministro Nordio è stato invece ieri Samuele Ciambriello, portavoce della Conferenza nazionale dei garanti territoriali dei detenuti, con una lettera in cui si esprime “preoccupazione per lo scollamento tra la realtà drammatica delle carceri italiane e i provvedimenti normativi già promulgati o in corso di approvazione”. Sovraffollate e con “un numero altissimo di suicidi tra detenuti e agenti di polizia penitenziaria, le carceri sono una polveriera”, scrive Ciambriello, indicando uno dei possibili interventi per migliorare la situazione: “Più di ottomila detenuti, che devono scontare un residuo di pena inferiore a un anno, potrebbero uscire dal carcere con interventi mirati – come, ad esempio, la cosiddetta liberazione anticipata ‘speciale’ – che il Parlamento non sembra voler prendere in considerazione”.

  • Ermes Antonucci
  • Classe 1991, abruzzese d’origine e romano d’adozione. E’ giornalista di cronaca giudiziaria e studioso della magistratura. Ha scritto “I dannati della gogna” (Liberilibri, 2021) e “La repubblica giudiziaria” (Marsilio, 2023). Su Twitter è @ErmesAntonucci. Per segnalazioni: [email protected]

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