“Nihil obstat”: il Vaticano dà il via libera alla devozione a Medjugorje

Pubblicata la Nota “La Regina della Pace” che riconosce i frutti positivi dei fenomeni spirituali iniziati nel 1981. Nessuna decisione sul riconoscimento delle apparizioni

Roma. “E’ arrivato il momento di concludere una lunga e complessa storia attorno ai fenomeni spirituali di Medjugorje. Si tratta di una storia in cui si sono susseguite opinioni divergenti di vescovi, teologi, commissioni e analisti”. Inizia così “La Regina della Pace”, la Nota del dicastero per la Dottrina della fede che pone fine a quarant’anni di discussione sul “fenomeno Medjugorje”.

La decisione del Vaticano è positiva, “nihil obstat” alla devozione e all’esperienza spirituale che ha avuto inizio sulle colline bosniache nel 1981. Attenzione, però: se i frutti permettono il via libera, sulla veridicità delle apparizioni la Chiesa non si esprime. Dopotutto non è più necessario: con le recenti norme pubblicate lo scorso maggio, infatti, la valutazione sui frutti spirituali è slegata dalla dichiarazione di soprannaturalità di un dato fenomeno. Infatti, si legge nella Nota pubblicata oggi, “la valutazione degli abbondanti e diffusi frutti tanto belli e positivi non implica dichiarare come autentici i presunti eventi soprannaturali, ma soltanto evidenziare che ‘in mezzo’ a questo fenomeno spirituale di Medjugorje lo Spirito santo agisce fruttuosamente per il bene dei fedeli. Pertanto si invita ad apprezzare e condividere il valore pastorale di questa proposta spirituale”. Per fugare ogni dubbio, il dicastero sottolinea ancora che “la valutazione positiva della maggior parte dei messaggi di Medjugorje come testi edificanti non implica dichiarare che abbiano una diretta origine soprannaturale. Di conseguenza, quando ci si riferisce a ‘messaggi’ della Madonna, si deve intendere sempre ‘presunti messaggi’”.

I vescovi sono invitati a conformarsi alla decisione vaticana, anche coloro che da sempre nutrono più d’un dubbio sulle apparizioni: “Anche se possono sussistere diversi pareri circa l’autenticità di alcuni fatti o su alcuni aspetti di questa esperienza spirituale, le autorità ecclesiastiche dei luoghi dove essa sia presente sono invitate ad apprezzare il valore pastorale e a promuovere pure la diffusione di questa proposta spirituale. Valutando prudenzialmente quanto accade nel proprio territorio, resta comunque ferma la potestà di ogni vescovo diocesano di decidere al riguardo. Pur essendo ampiamente diffusi in tutto il mondo i frutti positivi di questo fenomeno spirituale, ciò non nega che possano esserci dei gruppi o delle persone che, utilizzando inadeguatamente questo fenomeno spirituale, agiscano in un modo sbagliato”. Per i pellegrini, un’avvertenza fondamentale: “Le persone che si recano a Medjugorje siano fortemente orientate ad accettare che i pellegrinaggi non si fanno per incontrarsi con i presunti veggenti, ma per avere un incontro con Maria, Regina della Pace, e, fedeli all’amore che lei prova verso suo Figlio, per incontrare Cristo ed ascoltarlo nella meditazione della Parola, nella partecipazione all’Eucaristia e nell’adorazione eucaristica. Come accade in tanti Santuari diffusi in tutto il mondo, nei quali la Vergine Maria è venerata con i più variegati titoli”.

I frutti di Medjugorje sono tanti: “Per tante persone la vita è cambiata dopo aver accolto la spiritualità medjugoriana nella vita quotidiana (messaggi, preghiera, digiuno, adorazione, Santa Messa, confessione…), e come conseguenza hanno preso una decisione a favore della chiamata sacerdotale o religiosa. Certuni sentono di aver ricevuto a Medjugorje la conferma decisiva di una vocazione maturata già da tempo. Ci sono altresì tanti casi di scoperta della vocazione particolare fuori di Medjugorje, ma nel contesto di gruppi ispirati dalla sua spiritualità e dalla lettura di libri attorno a questa esperienza”.

Non solo, visto che “non mancano tante vere conversioni di persone lontane da Dio e dalla Chiesa, le quali sono passate da una vita segnata dal peccato a cambiamenti esistenziali radicali orientati al Vangelo. Nel contesto di Medjugorje si riportano pure numerosissime guarigioni. Tanti altri hanno scoperto la bellezza di essere cristiani. Per molti, Medjugorje è diventato un luogo scelto da Dio per rinnovare la loro fede: c’è, quindi, chi vive questo luogo come un nuovo punto di partenza per il suo cammino spirituale. In alcuni casi, molti hanno potuto superare le proprie crisi spirituali grazie all’esperienza di Medjugorje. Altri riferiscono il desiderio suscitato nel contesto di Medjugorje di donarsi profondamente al servizio di Dio nell’obbedienza verso la Chiesa o a un maggiore impegno nella vita di fede nella propria parrocchia di origine. In molte nazioni in tutto il mondo, nel frattempo, sono sorti tantissimi gruppi di preghiera e devozione mariana, ispirati dall’esperienza spirituale di Medjugorje. Sono sorte anche opere di carità legate a diverse comunità e associazioni, in particolare quelle che si occupano di orfani, tossicodipendenti, alcolisti, ragazzi con diverse problematiche, disabili. E’ particolarmente notevole la presenza di molti giovani, di coppie giovani e di adulti, che riscoprono a Medjugorje la fede cristiana tramite la Madonna: questa esperienza li indirizza verso Cristo nella Chiesa”. In ogni caso, “al di là di questi frutti concreti, il luogo è percepito come uno spazio di grande pace, di raccoglimento e di pietà sincera e profonda che contagia”.

Quanto ai messaggi, sono indispensabili alcuni chiarimenti: “L’insieme dei messaggi possiede un grande valore ed esprime con parole differenti i costanti insegnamenti del Vangelo. Alcuni pochi messaggi si allontanano da questi contenuti così positivi ed edificanti e sembra persino che arrivino a contraddirli. E’ conveniente stare attenti perché questi pochi elementi confusi non mettano in ombra la bellezza dell’insieme. Per evitare che questo tesoro di Medjugorje sia compromesso – chiarisce la Nota – è necessario chiarire alcune possibili confusioni che possono condurre gruppi minoritari a distorcere la preziosa proposta di quest’esperienza spirituale, soprattutto se si leggono parzialmente i messaggi. Questo ci porta a ricordare ancora un principio decisivo: quando si riconosce un’azione dello Spirito Santo in mezzo a un’esperienza spirituale, ciò non significa che tutto quello che appartenga a quell’esperienza sia esente da ogni imprecisione, imperfezione o possibile confusione. Va ricordato nuovamente che questi fenomeni ‘a volte appaiono connessi ad esperienze umane confuse, ad espressioni imprecise dal punto di vista teologico o ad interessi non del tutto legittimi’. Questo non esclude la possibilità di ‘qualche errore d’ordine naturale non dovuto a una cattiva intenzione, ma alla percezione soggettiva del fenomeno'”.

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  • Matteo Matzuzzi
  • Friulsardo, è nato nel 1986. Laureato in politica internazionale e diplomazia a Padova con tesi su turchi e americani, è stato arbitro di calcio. Al Foglio dal 2011, si occupa di Chiesa, Papi, religioni e libri. Scrittore prediletto: Joseph Roth (ma va bene qualunque cosa relativa alla finis Austriae). È caporedattore dal 2020.

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