Attacco al cuore dell’Africa russa

L’assalto jihadista alla capitale del Mali è un danno di immagine per Mosca

Martedì i jihadisti hanno attaccato al cuore il pivot della strategia russa in Africa, il Mali, e hanno assestato un duro colpo all’immagine della giunta golpista e dei suoi alleati di Mosca. Per la prima volta dal colpo di stato del 2021, la capitale Bamako è stata presa di mira da Jama’at Nusrat al Islam wal Muslimeen (Jnim) con un’operazione su ampia scala, probabilmente pianificata da tempo. I terroristi vicini ad al Qaida hanno lanciato due attacchi simultanei, uno alla scuola della gendarmeria, nella periferia di Bamako, e l’altro vicino all’aeroporto della città. Non c’è un bilancio affidabile, ma i jihadisti parlano di centinaia di perdite arrecate alle forze maliane. Prendendo di mira obiettivi militari nel giorno del 64esimo anniversario della fondazione della gendarmeria e a pochi giorni di distanza dall’anniversario della creazione dell’alleanza fra le giunte golpiste di Mali, Burkina Faso e Niger, Jnim ha voluto esaltare la fragilità delle autorità locali e dei loro alleati.

Il secondo obiettivo, quello dell’aeroporto militare della base 101, ospita le reclute maliane ma anche alcuni soldati russi. I canali Telegram vicini ai mercenari di Mosca hanno smentito perdite a uomini o mezzi ma i terroristi asseriscono invece di avere arrecato gravi danni anche a Wagner. Per loro, l’attacco alla capitale è un potente strumento di propaganda. Un video mostrava uno dei jihadisti che incendiava l’aereo presidenziale fermo sulla pista e l’impatto mediatico di immagini come queste è una grande preoccupazione per la giunta e per i russi. Sin da quando le forze militari occidentali hanno abbandonato il Mali, i mercenari della Wagner hanno avuto difficoltà sul terreno, nonostante le armi inviate da Mosca e i droni venduti dai turchi. Era dal 2015, dall’attentato all’hotel Radisson Blu che causò la morte di 22 persone, che Bamako non era teatro di un attacco tanto efferato. Ora che la giunta ha dimostrato di non riuscire a tenere al sicuro nemmeno la capitale si teme che questo sia solamente l’inizio e che attacchi del genere possano ripetersi. L’Ue, dal canto suo, si è limitata a uno scarno comunicato in cui ha espresso “preoccupazione” per l’accaduto.

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