Le associazioni dei cronisti schierate contro l’unica democrazia del medio oriente: una vergogna

La federazione europea dei giornalisti, 38 sindacati dei giornalisti (compresa la Fnsi) e numerose ong hanno inviato una lettera ai responsabili dell’Unione europea in cui si chiede la sospensione dell’accordo di associazione Ue-Israele e sanzioni contro “i responsabili dei crimini di guerra”

La federazione europea dei giornalisti, 38 sindacati dei giornalisti (compresa la Fnsi) e numerose ong hanno inviato una lettera ai responsabili dell’Unione europea in cui si chiede la sospensione dell’accordo di associazione Ue-Israele e sanzioni contro “i responsabili dei crimini di guerra”. Si accusa Israele. L’unico paese dell’area mediorientale in cui ci sia la libertà di stampa, in cui i giornali possono criticare, e lo fanno tutti i giorni, il governo e i vertici militari, di essere responsabile della limitazione della libertà di stampa. In sostanza si sostiene che i giornalisti che hanno deciso di stare in una zona di guerra, nella striscia di Gaza, rischiano di essere vittime del conflitto.

È il mondo al contrario: Israele è attaccata da paesi dittatoriali o teocratici e da organizzazioni terroristiche, combatte una battaglia per la sopravvivenza e, nonostante questo, mantiene la sostanza dei diritti in vigore, salvo ovvie misure di riservatezza sulle operazioni militari, che vengono denunciate da queste organizzazioni di visionari come “censura” inaccettabile. Che fiducia si possa nutrire per giornalisti, ma sarebbe meglio parlare dei burocrati delle loro associazioni rappresentative, che si schierano contro chi è aggredito, e soprattutto non sanno o non vogliono cogliere il dato fondamentale del conflitto in corso è difficile dirlo. L’Europa dovrebbe interrompere le relazioni con Israele, chiedono, e questo è un modo nemmeno troppo sofisticato, per schierarsi dalla parte degli aggressori e dei terroristi. Nel chilometrico comunicato è contenuta anche la lamentela perché “purtroppo i 27 governi dell’Ue devono ancora riconoscere, attribuire e condannare all’unanimità i crimini delle forze israeliane a Gaza”.

La presa di posizione così smaccatamente unilaterale, la condanna oltre che di Israele persino dei “27 governi” europei, dovrebbero servire a difendere la libertà di stampa? Tutto ciò è talmente paradossale da sembrare uno scherzo di cattivo gusto. Invece è un atto ufficiale, e questo dovrebbe far riflettere i giornalisti europei (compresi quelli italiani) su in che mani hanno messo la difesa dei loro diritti.

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