Il fondatore di Facebook ha commissionato una statua della consorte. Speriamo non intenda ripristinare anche il principio della patria potestas. Del resto, una volta inventato il like, ci vuole un attimo a passare all’antica tradizione romana del pollice verso
Mark Zuckerberg ha commissionato una statua della consorte, Priscilla Chan, con l’intenzione – sostiene – di riportare in auge l’antica tradizione romana di innalzare statue alle mogli. Pur conoscendo molti uomini che dovrebbero fare una statua alla moglie, e moltissime donne che avrebbero preferito sposare una statua anziché il marito, mi auguro che nella testa di Zuckerberg non debba essere ripristinata anche l’antica tradizione romana della patria potestas: quel principio giuridico secondo cui il capofamiglia poteva sì far costruire tutte le statue che voleva in onore dei familiari, ma poi aveva diritto di vita e di morte su coniuge, figli, nuore e inservienti. Lo stesso principio, esteso sull’intero stato, dotava l’imperatore di poteri assoluti su milioni di persone; diritti in fondo simili a quelli del capo di un social network capace di decidere cosa le moltitudini debbano vedere o no, e cosa possano pubblicare o meno. Del resto, una volta inventato il like, ci vuole un attimo a passare all’antica tradizione romana del pollice verso.