Il bronzo “controcorrente” di Ginevra Taddeucci nelle acque della Senna

Nella 10 chilometri femminile del nuoto di fondo, in una gara condizionata più dalle forti correnti che dalla qualità del fiume, l’Italia vince un’altra medaglia con una strategia perfetta, all’attacco fin dai primi metri

Il titolo lo dà lei all’arrivo nell’intervista con la Rai: “Io ho sempre nuotato controcorrente in questi anni, ho sempre dovuto dimostrare qualcosa, se no non bastava mai”. Controcorrente, in tutti i sensi: metaforico e fisico. Metaforico perché Ginevra Taddeucci, 27enne fiorentina allenata da Giovanni Pistelli, non era tra le favorite della 10 chilometri femminile di nuoto in acque libere (“Ci credevano molto di più il mio tecnico e le mie avversarie rispetto a me”): ha ottenuto la qualificazione per Parigi 2024 soltanto un mese e mezzo fa, nuotando i 1500 stile libero al Trofeo Settecolli di Roma, e non era facile mantenere la forma per tutto questo tempo. Il bronzo olimpico è la sua prima grande medaglia individuale a livello internazionale: fino a oggi aveva vinto un oro e un bronzo ai Mondiali (ma in staffetta) e quattro medaglie agli Europei. E poi fisico perché, più che dalla qualità dell’acqua, la gara nella Senna è stata condizionata dalla corrente, soprattutto nei tratti di ritorno (contraria) e nei cambi di direzione (di traverso). Lo avevano già fatto notare i triatleti la settimana scorsa. “La corrente era terribile”, aggiunge lei, “nel tratto laterale c’era qualcosa che ti risucchiava, come una specie di imbuto, quello era il momento peggiore, rischiavi di rimanere incastrato là”.

E invece Ginevra Taddeucci ha condotto una “gara tattica, ho provato a stare con le migliori quando sono scappate. Poi una volta lì ho cercato a tutti i costi di rimanere con loro”. Oro per l’olandese Sharon van Rouwendaal, 30 anni, alla terza medaglia olimpica consecutiva nella specialità e al secondo successo dopo Rio 2016 dopo essere stata protagonista anche in piscina nella prima parte della sua carriera, argento all’australiana Moesha Johnson. Sesta l’altra italiana Giulia Gabrielleschi, anche lei autrice di una prova coraggiosa, da subito all’attacco insieme a Taddeucci. Le altre favorite, dalla brasiliana e la tedesca che si allenano a Ostia con Fabrizio Antonelli Ana Marcela Cunha (quarta) e Leonie Beck (nona) alla statunitense Katie Grimes (quindicesima), sono probabilmente rimaste sorprese dal ritmo imposto fin dall’inizio e, complice anche la corrente, non sono mai riuscite a rientrare sul gruppo di testa. “Questa non era una gara come le altre”, spiega Taddeucci, “qui era impossibile risalire controcorrente, o rimanevi tra le prime o non risalivi mai. Dovevi avere la consapevolezza di metterti davanti e restare lì”. “Oggi sapevamo che con una corrente così forte rimanere davanti era la cosa più intelligente da fare”, ribadisce Gabrielleschi.

Per l’Italia femminile del nuoto in acque libere è la terza medaglia olimpica in cinque edizioni dei Giochi (la 10 chilometri ha debuttato a Pechino 2008) dopo il bronzo di Martina Grimaldi a Londra 2012 e l’argento di Rachele Bruni a Rio 2016. Venerdì mattina, sempre con partenza alle 7.30, sarà la volta degli uomini, con Gregorio Paltrinieri e Domenico Acerenza che si tuffano con grandi ambizioni. Mercoledì, alla vigilia delle due prove, gli azzurri non si sono allenati nella Senna “per evitare rischi di contaminazioni di qualsiasi genere”. È andato in avanscoperta il coordinatore tecnico della nazionale, Stefano Rubaudo, che ha notato: “Ho percorso mezzo giro e ho ricevuto conferma di quanto sapevamo. L’acqua non ha sapore né odore, le correnti sono molto forti. Controcorrente impieghi il triplo del tempo per eseguire lo stesso tratto dal lato opposto. Hanno allargato il passaggio sotto al ponte che ha creato un imbuto durante la gara di triathlon”. Il bronzo di Ginevra Taddeucci rafforza queste sensazioni. “Nel lato controcorrente è impossibile passare”, dice oggi Rubaudo, tanto che le atlete hanno nuotato a ridosso degli argini del fiume per mitigarne un po’ gli effetti. Chissà se gli spettatori sugli spalti avranno visto qualcosa. La tecnica di Taddeucci ricorda un po’ quella di Paltrinieri, con una frequenza di bracciata alta, in costante presa sull’acqua, senza distendersi troppo, e per lei oggi è stata una giornata “incredibile, bellissima”. C’è ancora domani, a Parigi.

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