Jacobs passa il turno ma per arrivare in finale servirà la sua miglior versione

il campione olimpico in carica sui 100 metri va in seminale correndo in 10”02. Per raggiungere la finale ci vorrà il vero Jacobs. Il sorriso indica che ce la può fare, la corsa ancora no, non è abbastanza fluida. Ha poco più di 24 ore per ritrovarla

Spuntano avversari da ogni angolo per Marcell Jacobs, il campione olimpico in carica sui 100 metri, l’uomo al centro del mirino di americani, giamaicani e chissà chi altri ancora. Ci si è messo anche una insetto non identificato, probabilmente un’ape che è a andata a pungerlo sopra la scapola sinistra poco prima del via. Al momento non ci ha fatto caso, ma quando passa in sala stampa il bozzo è bello visibile. L’importante comunque era passare il turno senza spendere troppe energie. Ha corso in 10”02, secondo della sua batteria dietro al nigeriano Ajayi. Solo in quattro sono andati sotto i 10” (Hinchliffe, Seville, Bednarek e Kerley tutti e due con 9”97 il miglior crono del giorno).

Marcell non è contentissimo: “Le prime impressioni sono così e così, non sono partito come avrei voluto e questo non mi ha permesso di trovare il ritmo nella seconda parte di gara. Però l’obiettivo era solo quello di passare la batteria risparmiando più energia possibile. Domani dovrò partire molto più deciso e molto più forte perché hanno dimostrato di andare tutti forte. Ci sono solo otto posti per la finale e sono in tanti che possono raggiungerla. Ci sarà da non sbagliare nulla e spingere al 100%”.

Non ha trovato il ritmo nei primi metri, forse ha cercato di metterci troppo fino dallo sparo. “Sono partito un po’ troppo di forza senza cercare l’agilità e non sono riuscito trovare le frequenze che avrei voluto e sono rimasto un po’ tutto uguale nella corsa cosa che non mi ha permesso di sfruttare la pista come avrei voluto. È una pista veloce che però va interpretata nel modo giusto. L’obiettivo sarà proporti o quello di cercare di interpretare la pista nel miglior modo possibile. Oggi hanno spinto tutti parecchio, ma non ho visto tempi incredibili, però si sa le batterie sono così. Domani arriveranno tutti con un’altra mentalità e un’altra energia e ci sarà da faticare”.

Forse ha voluto strafare. È una gara che aspetta da tre anni, da quel magico primo agosto 2021 di Tokyo. Solo che oggi quando entro nello stadio ha 70 mila occhi puntati addosso. Non può passare via come tre anni fa o come ha fatto ad esempio il giovane colosso Ali che ha passato il turno in 10”12. Per arrivare tra i migliori otto velocisti al mondo si pone un obiettivo: “Dovrò correre forte, sotto i 9”90”. Magari senza api a dargli noia. Sarà nella seconda delle tre semifinali con l’americano Bednarek e il sudafricano Simbine come avversari più pericolosi. Passano i primi due di ogni semifinale e i due migliori tempi. Ci vuole il vero Jacobs per farcela. Il sorriso indica che ce la può fare, la corsa ancora no, non è abbastanza fluida. Ha poco più di 24 ore per ritrovarla.

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