Che errore sarebbe per Harris usare lo schema degli ex magistrati contro i corrotti

Noi italiani sappiamo benissimo – è un film a cui assistiamo da trent’anni – come va a finire quando in politica si gioca a guardie e ladri, moralizzatori contro immoralisti

Quando il pubblico in sala è a conoscenza di qualcosa che i personaggi sulla scena ignorano, si mette all’opera il meccanismo che una lunga tradizione chiama “ironia drammatica”, e che può produrre secondo i casi effetti tragici o comici. Sappiamo che il Titanic affonderà, lo sappiamo prima ancora che cominci il film, vorremmo avvisare quel brocco di Di Caprio e quell’altra incosciente di Kate Winslet ma non possiamo: di qui le palpitazioni e le lacrime. Allo stesso modo, vedendo il film di Mel Brooks, immaginiamo facilmente cosa succederà quando il dottor Frankenstein impianterà il cervello abnormale nel corpo del mostro, e nonostante questo siamo ben felici che il gobbo Igor lo prelevi dalla teca al posto del cervello dello scienziato geniale: di qui le risate. Se il meccanismo ci è fin troppo familiare nel teatro e nel cinema, capita più di rado di sperimentarlo nella realtà. Ebbene, ora è uno di quei momenti. Perché noi italiani sappiamo benissimo – è un film a cui assistiamo da trent’anni – come va a finire quando in politica si gioca a guardie e ladri, ex magistrati contro corrotti, moralizzatori contro immoralisti. E leggendo sulla stampa americana che lo schema della campagna elettorale di Kamala Harris sarà appunto prosecutor versus felon, e che i consiglieri della candidata hanno deciso di puntare tutto sul suo background di procuratrice distrettuale e di procuratrice generale, ci sentiamo inondati da un’ironia drammatica colossale, e francamente non sappiamo se piangere o ridere.

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