Il commissario europeo per il Commercio dice che l’intesa siglata con il presidente americano è l’unica alternativa a una guerra commerciale. Bruxelles si è impegnata ad acquistare energia per 750 miliardi in tre anni e microchip. Ma sull’inclusione di farmaci e semiconduttori c’è ancora incertezza
“L’accordo Ue-Usa sui dazi restituisce prevedibilità alle relazioni economico-commerciali tra le due parti” ma l’alternativa all’intesa “sarebbe stata una guerra commerciale” a scapito degli interessi europei. Lo ha detto il commissario europeo per il commercio Maros Sefcovic in una conferenza stampa nel giorno successivo all’intesa annunciata da Ursula von der Leyen e Donald Trump. “Con i dazi almeno al 30 per cento, il nostro commercio transatlantico si sarebbe completamente bloccato, mettendo a grave rischio 5 milioni di posti di lavoro” ha spiegato. “Le nostre aziende, il nostro sistema imprenditoriale ci ha inviato un messaggio unanime, ossia evitare l’escalation e lavorare verso una soluzione che fornisca risultati immediati”.
In gioco, ha detto Sefcovic, “non c’è solo il commercio, ma anche la dimensione geopolitica, la sicurezza continentale, l’Ucraina”, quindi bisogna considerare il negoziato con gli Usa non solo rispetto al dato di partenza – cioè che cosa sarebbe accaduto con i dazi al 30 per cento secondo l’iniziale decisione americana – ma anche rispetto al contesto internazionale. Sefcovic si è detto fiducioso che gli Stati Uniti rispetteranno gli impegni assunti, in particolare quello relativo a non decidere dazi superiori al 15 per cento sulle importazioni di farmaci e semiconduttori. “Per noi una tariffa del 15 per cento sarebbe stata accettabile solo se inclusiva dei settori attualmente sotto investigazione da parte americana”, ha poi spiegato. L’Unione europea si impegna poi a comprare microchip statunitensi per lo sviluppo dell’intelligenza artificiale.
L’intesa prevede una lista di prodotti “ai quali entrambe le parti applicheranno un’aliquota tariffaria pari a zero, laddove è nel nostro interesse comune rafforzare i nostri scambi. È importante rimarcare come tale elenco rimanga aperto a ulteriori integrazioni”, ha dichiarato Sefcovic. Sul fronte energetico, l’Unione Europea si è impegnata ad acquistare energia per un valore complessivo di 750 miliardi di euro nell’arco di tre anni, con un notevole incremento rispetto ai volumi importati finora. Sefcovic ha sottolineato che “è chiaro che la Ue avrà bisogno di un approvvigionamento energetico solido. Parliamo di petrolio, ma anche di nuove fonti e del nucleare di ultima generazione”, e ha aggiunto che, per questo motivo, la Commissione intende puntare sugli acquisti congiunti per unire la domanda dei singoli Stati membri. Anche su questo punto, però, l’accordo non ha valore giuridico vincolante, in quanto riguarda intese commerciali tra aziende. Va comunque ricordato che l’incremento delle importazioni energetiche dagli Stati Uniti ha giocato un ruolo cruciale nel ridurre la dipendenza dell’Europa dalle forniture russe.