Non solo Dark Polo Gang. Side Baby, l’ultimo romantico del rap: “Mia figlia, la spinta più grande”

Insieme a Tony Effe, Pyrex e Wayne Santana, il rapper romano è stato tra i fondatori del gruppo musicale trap. “Quel periodo è stato come un camposcuola. La reunion? È un’ipotesi che potrebbe prendere forma”

La prima grande occasione di Joe Pesci davanti allo schermo risale al 1976 come protagonista del film “Backstreet”. Purtroppo la pellicola non ottiene il successo sperato, facendolo tornare a lavorare in un ristorante italiano nel Bronx. Nel 1979 riceve una telefonata da Martin Scorsese. Colpito dalla sua interpretazione nel film di tre anni prima, il regista offre a Pesci di interpretare il fratello di Jake LaMotta, Joey, al fianco del protagonista Robert De Niro. Per il ruolo riceve una candidatura al premio Oscar come miglior attore non protagonista. Folgorato da un aneddoto di Pesci, Scorsese decide poi di cucirgli addosso un altro ruolo. Durante il suo periodo da cameriere l’attore racconta al regista di aver chiamato con l’epiteto “buffo” un gangster del Queens, scatenando la sua ira. Nel film del 1990 “Quei bravi ragazzi”, il regista chiede a Joe Pesci e a Ray Liotta di replicare quel racconto in una scena. Proprio quel film, che è valso la vittoria dell’Oscar all’attore statunitense, è una delle maggiori ispirazioni artistiche per il rapper romano Side Baby, all’anagrafe Arturo Bruni. Membro fondatore della Dark Polo Gang insieme a Tony Effe, Pyrex e Wayne Santana. Con il gruppo pubblica “Full metal dark”, “Crack musica” e “Sick Side” prima di intraprendere una carriera solista composta da tre album (“Arturo”, “Il ritorno del vero” e “Leggendario”). “Provengo da una famiglia di artisti. Mio padre era un regista, mia madre un’attrice. Lui mi ha sempre fatto vedere tanti film con i gangster, come Quei bravi ragazzi – racconta l’artista al Foglio – lei invece mi regalò un disco di Eminem facendo nascere in me l’amore per il rap. Mia figlia Olimpia invece mi dà la spinta a fare meglio, a concentrarmi, a voler essere una versione migliore di me”.

Spera che anche sua figlia diventi un’artista?


Sarei contento se Olimpia facesse quello che la rende contenta. Se vuole fare la cantante o l’ingegnere aerospaziale io ne sarei altrettanto orgoglioso. Il mio sogno personale è che lei sia una sportiva, vorrei andasse alle Olimpiadi.

Nel suo ultimo singolo “Volermi morto” affronta i fantasmi del passato e le contraddizioni del successo. C’è qualcuno che la vuole davvero morto?


Spero davvero nessuno mi voglia veramente vedere morto. Il brano si riferisce in particolare alla competizione nel mondo musicale.





L’anno scorso invece ha pubblicato l’album “Leggendario”. Nei brani non manca mai la sua Roma.


È naturale mantenere quel senso di appartenenza verso la mia città e verso Testaccio, il mio quartiere. Lo facciamo sempre noi rapper romani.

Lei è rimasto nella parte più cruda del rap. Altri invece, come Franco126 e Carl Brave, hanno guardato verso il pop. Cosa ne pensa?


Si vedeva fin dagli inizi chi avrebbe deviato verso il pop e chi invece era più unito al rap crudo. I primi lavori di Franco e Carl erano diversi da quello che fanno ora e c’era comunque un’apertura all’indie e a generi diversi dal rap.

Lei ci si vedrebbe nel pop?

Mi piacerebbe affacciarmi su altri generi anche se a me viene piu facile un rap di sfogo. Soprattutto per le mie influenze, io ho sempre e solo ascoltato rap. Ketama126 per esempio ha ascoltato sempre rock e questo si sente nei suoi brani.

Come nasce una sua canzone?


In modi diversi. A volte vado in studio da Sick Luke e trovo una base preconfezionata che mi ispira, altre sono io che ho un’ispirazione e creiamo un sound specifico.

E per i testi?

Ho un flusso unico di coscienza in cui scrivo tutto, non accade mai a più riprese. Quindi se non riesco a finire un testo, rimane lì. E ne ho davvero tanti lasciati in un angolo.

Lei è noto per essere stato membro fondatore del gruppo trap Dark Polo Gang insieme a Tony Effe, Pyrex e Wayne Santana. Che periodo è stato?


Senza dubbio è stato il più importante della mia vita. Un periodo bellissimo come quello del camposcuola per i ragazzi. E la gente lo ricorda molto bene.

Avete mai parlato seriamente di una reunion?

Non ne abbiamo mai parlato tutti insieme ma penso che è un’ipotesi che potrebbe prendere forma. Ne hanno parlato tanti fan e la stampa, le voci sono arrivate anche a noi. Al momento non ci sono novità. Inutile dire che a me farebbe piacere.

Se il gruppo fosse andato avanti, crede avrebbe continuato sulla via di canzoni commerciali come “Caramelle” e “Cambiare adesso”?


Credo che se avessimo continuato il sound sarebbe sicuramente andato verso quella direzione. E questo è stato uno dei motivi per cui io ho fatto le mie scelte. Non è facile trovare quello che piace a tutti.

Da poco è tornato virale il suo “Grözie”. Come l’ha vissuta?


Mi ha fatto pensare a quanto è folle internet e il potere che ha. Dopo anni è incredibile pensare che qualcuno abbia registrato e ripostato quel pezzo di diretta in cui chiedo olio e sale in un ristorante e rispondo “grazie” al cameriere, con la bocca piena.

Ha creato anche una linea di abbigliamento dedicata al suo“Grözie”.

Essendo proprietario di un brand, chiamato Solo, ho deciso di sfruttare il momento e dargli visibilità mettendo in vendita T-shirt, cappellini e un set di sale e pepe marchiato “Grözie”.

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