Bacchetta il governatore Eugenio Giani, cumula l’incarico Enti Locali e organizzazione e detta la linea in tv. La scalata dell’ex Sel, amico di Fratoianni che parla come il vecchio Pci
Caro Lenin, è figlio tuo! Abbiamo fermato l’uomo del momento, il compagno Igor Taruffi, Taruffenko. Compagno Taruffi, responsabile organizzazione del Pd, è lei l’uomo più potente dopo Schlein? “Lo dite voi. Sono lo spiacciafaccende di Elly”. Compagno Taruffi, con chi si collega? “Con L’Aria che Tira. Eccomi, buongiorno” (il luogo è via degli uffici del Vicario, a pochi metri dalla Camera). Compagno Taruffi, dicono che abbia processato per quattro ore Eugenio Giani, quattro! (Taruffenko in diretta: “Le ragioni della politica prevarranno”). Compagno Taruffi, cosa si fa in Campania con Vincenzo De Luca? “Assicureremo il buon governo”. Ecco a voi l’uomo che ha fatto le scarpe al vecchio Pd con le Hoogan ai piedi. Con Taruffi il socialismo non è una sòla ma la soletta dell’avvenire.
Compagno Taruffi, ma è vero che cumula due incarichi, anche quello agli Enti locali Pd? “Scusate, devo intervenire” (in sottofondo, Taruffenko spiega: “Sulla Toscana non c’è stata nessuna imposizione dall’alto”). Hanno provato tutti a raccontarlo, ma si sono arresi di fronte al suo lessico quinquenalle, la sua camicia di lino, tuta blu, stazzonata (è un vezzo) al pizzetto alla Ilic (retaggio delle notti passate a sognare la rivoluzione d’Ottobre in Emilia) all’indomabile fede nel socialismo che, conferma Taruffi, “si conquista un passo alla volta”. Due passi avanti. Conquistiamo il sanpietrino e ascoltiamo Taruffenko in diretta (Elly Schlein lo ha lanciato in tv e la tv lo lusinga, lo adula: “Vogliamo la diretta con Taruffi”). La 7 lo incalza e noi interveniamo nelle pause. Compagno Taruffi, torniamo al pomeriggio di fuoco: era lei, il governatore della Toscana, Giani, il segretario regionale Fossi e dicono che lei e Fossi abbiate sculacciato il povero Giani … Taruffenko è nuovamente live in studio: “Stiamo costruendo regione per regione il campo largo. Non ci arrendiamo”. Sì, compagno Taruffi, ma cosa ha detto quattro ore a Giani e perché sono usciti tre comunicati distinti, il suo, di Fossi e di Giani, e perché lo ha preso sotto braccio e lo ha portato in stazione come i carabinieri con Pinocchio? (sono le 11,40 di mattina e Taruffenko è rasato, pronto anche oggi a dedicarsi alle sue Tesi di Aprile e alle sedi locali del Pd, al partito che lui dirige, commissaria quando occorre). Il segnale video torna e Taruffi parla: “Mi sentite? Ecco, come stavo spiegando, a volte serve tempo. In quelle ore con il presidente della Toscana abbiamo discusso in maniera approfondita su sanità e trasporti”. Ah. Una telefonata a Bologna. Perdonateci, ma in pratica, prima di scalare il Pd, il compagno Taruffi in quale kolchoz lavorava? I cuochi delle feste dell’Unità ci spiegano che Taruffi “ha una solida cultura politica. Questo vi fa le scarpe”. Speriamo. Chi è stato il maestro? “Innanzitutto si è formato a Porretta Terme dove ha stretto un sodalizio fondamentale”. Il nome? “Igor è grande amico del cantautore Francesco Guccini, ma ricordate sempre che il suo partito d’origine è Rifondazione Comunista e poi Sel in epoca Fratoianni”. Il Pd è davvero un mostro strano che un iscritto può dominare con Schlein e con la mano… Alla Camera incontriamo Nicola Fratoianni, il talent scout del comunismo, che ci regala questi aggettivi: “Igor, dirigente quadrato, determinato, appenninico. Fa il suo mestiere, e bene. Deve fare la parte del duro, ma è un buono. E’ vero, è stato anche segretario regionale di Sel”. Torniamo a Bologna, la Mosca dove è partita la rivoluzione Schlein, dove Igor, in provincia, giocava a calcio nel ruolo di difensore centrale (“ho fatto le giovanili nella Pistoiese, campionato Allievi nazionali e Primavera”, è una rivelazione di Taruffenko al Foglio). Diceva la fonte, fontanella, di Bologna: “Igor e Guccini giocano a carte insieme, vino e pane, ma Igor ha anche un’altra importante amicizia con l’ex allenatore di Bologna, Ulivieri, l’allenatore rosso, comunista. Igor incontra Bonaccini, detto Bonaccini-Ban, che lo nomina assessore regionale, poi Elly incontra Igor e lo indica responsabile organizzazione Pd e poi lei, lui, l’altro e l’altro ancora… ”. Sono tre, i tre più veloci del Pd, il bello (Flavio Alivernini, capo ufficio stampa) il freddo (Gaspare Righi, capo segreteria) e il rosso Igor che ha le guanciotte fiammanti del macchinista ferroviere. Dal secondo piano del Nazareno, Taruffenko dispone e accumula anche la vecchia delega dell’altro “uffi”, Davide Baruffi (il vero responsabile enti locali Pd che è stato indicato assessore regionale in Emilia-Romagna con ben 8 deleghe). E’ tutta una questione di consonante. Volete sapere che dice infatti l’ex ministro, il riformista, Lorenzo Guerini il Cautissimo agli amici di montagna, nella sua Lodi? “Sulla Toscana volevo farmi aggiornare dal responsabile Enti Locali, ma poi ho compreso che stavo sbagliando consonante…”. Che poi cosa avrebbe fatto di male il povero Giani? Ha detto che lui si ricandida ma lo ha detto prima che Taruffi chiudesse l’accordo in Campania con Giuseppe Conte. Taruffenko, che tanto gentile e onesto pare, avrebbe allora mandato a Giani dei messaggini tanto precisi e duri “ch’ogne lingua devèn tremando, muta”. Finisce con Giani che corre a Roma, Taruffi che per sfuggirci corre alla Camera. La carezza è di Gianni Cuperlo, il Joyce del Pd, che rivela: “Igor ha una qualità unica, bella. E’ leale con la segreteria”. E non dice nulla eccetto che il socialismo si farà. A destra, in FdI ce n’era uno così. Lo chiamavano “il senatore Fazzolari di Messina…”.
Carmelo Caruso