Baltico

La recensione del libro di Oliver Moody edito da Marsilio, 382 pp., 22 euro

Sembra piuttosto agevole osservare come, agli occhi dei vertici politici e militari occidentali, l’area a ferro di cavallo che si estende intorno al Baltico – da Copenaghen, Helsinki e Vilnius fino a Varsavia e Praga – abbia rivestito a lungo un ruolo marginale. Malgrado infatti sia situato nel cuore dell’Europa, il mare in questione è stato considerato periferico, poiché bagna una regione i cui equilibri venivano determinati altrove, nel Mediterraneo come in Germania, in Francia come nella Russia continentale. Oggi però, l’intera zona e i diversi paesi che ne fanno parte hanno indubbiamente acquisito – nell’ambito dell’attuale scenario delle relazioni internazionali – un notevole rilievo, tanto da riuscire a influenzare le politiche dell’Ue e persino quelle della Nato.

E’ quanto illustra in questa sua disamina Oliver Moody, corrispondente da Berlino per il Times e il Sunday Times: testate per le quali scrive di Germania, Scandinavia, Europa centrale e Paesi baltici. Oltre ad aver parlato con capi di stato e di governo, diplomatici, generali, ufficiali dei servizi segreti, imprenditori, storici, scienziati e analisti della sicurezza egli ha saputo unire cronaca e reportage, analisi e narrazione, ricostruzione storica e riflessione geopolitica fornendo così al lettore uno studio davvero pregevole. Giacché, sostiene lo studioso, “mai come ora è stato così importante capire il Baltico, con tutti i suoi pericoli, le sue possibilità e le sue complessità, riuscendo a percepire quali siano state le forze storiche che ne hanno plasmato il presente”.

Moody rivolge dunque la propria attenzione ai paesi dell’area cercando di analizzarne alcuni aspetti: dalla leadership digitale rapidamente conseguita dall’Estonia al complesso ed efficientissimo modello finlandese di “difesa totale”, dalla battaglia intrapresa dalla Lettonia in difesa dell’identità nazionale dopo i decenni segnati dal dominio sovietico all’approccio danese volto a fronteggiare la crisi climatica e a tutelare la propria sicurezza energetica, dall’identità polacca scissa tra nazionalismo e pluralismo liberale al riorientamento complessivo della politica tedesca – la cosiddetta Zeitenwende – che ha interessato, per esempio, tanto la diplomazia quanto la difesa, numerosi e stimolanti appaiono i temi presi in esame dal giornalista.

Ne emerge un quadro non certo rassicurante ma che indica all’Europa, i cui valori sono messi sempre più alla prova dai vari autocrati e uomini forti, una possibile via d’uscita: munirsi di sano realismo, guardare in faccia i possibili scenari futuri e prepararsi ad affrontarli nel modo migliore. Qualora invece tali scenari venissero ignorati – sostiene l’autore – le conseguenze, per i paesi appartenenti all’Ue e alla Nato, sarebbero probabilmente rovinose.

Oliver Moody

Baltico


Marsilio, 382 pp., 22 euro

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