Che cosa ha fatto innamorare gli Oasis del Manchester City

Il tifo per una squadra scaturisce in modi inattesi e sorprendenti, per non dire casuali. E all’origine di quello di Liam e Noel per il City ci sono state ragioni familiari

Gli Oasis sono tornati. Oltre settantamila spettatori in visibilio per loro, i fratelli Liam e Noel Gallagher, che, dopo sedici anni, si sono nuovamente presentati fianco a fianco sullo stesso palco. Una reunion la cui attesa è stata simile a quella che si ebbe per il ritorno dei Led Zeppelin al Live Aid 1985 o per quella che, il giorno dopo gli Oasis, ha visto protagonisti i membri originali dei Black Sabbath, tutti insieme un’ultima volta per l’addio ai live dell’ex frontman Ozzy Osbourne.

Gli Oasis sono stati la band più famosa sul finire dello scorso secolo, nonché il gruppo principale del Britpop, fenomeno musicale che fu espressione della cosiddetta Cool Britannia, il rinnovato sentimento di orgoglio patriottico e culturale che, partendo dall’Inghilterra, invase velocemente il resto dell’Europa, grazie soprattutto al megafono garantito da MTV. E così, insieme agli Oasis divennero popolari al di qua della Manica anche i vari Blur, Pulp, Verve, Supergrass, Radiohead e compagnia cantante.

Non tutti ricordano però che il Britpop ebbe un rapporto stretto col calcio. D’altra parte gli anni Novanta furono quelli degli Europei 1996: trent’anni dopo l’unico trofeo vinto dagli Inglesi (il Mondiale che si disputò proprio in terra d’Albione) una grande manifestazione calcistica tornava a disputarsi là dove è nato il gioco più bello del mondo. Football’s coming home (il calcio sta tornado a casa) come cantavano i tifosi inglesi sulle note della canzone di David Baddiel, Frank Skinner e dei Lightning Seeds. E che dire poi del rapporto fra David Beckham (icona pop per eccellenza della Nazionale inglese) e quella che diventerà sua moglie, Victoria Adams delle Spice Girls?

Il legame certamente più conosciuto fra gli idoli della scena musicale britannica Nineties e il calcio è però certamente quello degli Oasis col Manchester City. Liam e Noel Gallagher sono infatti tifosi dichiarati dei Citizens. Quando, nel 1994, all’inizio della loro carriera, i fratelli Gallagher furono immortalati dal fotografo Kevin Cummins in una immagine diventata storica, entrambi avevano indosso magliette del Manchester City.

Sotto questo aspetto si può ben affermare che gli Oasis siano stati dei veri e propri ambasciatori del brand Manchester City nel mondo. E questo in modo particolare prima che la società inglese riuscisse a uscire dal cono d’ombra generato dagli allora più famosi (anche a livello internazionale) e più vincenti cugini del Manchester United, vale a dire da quando la proprietà del City è passata nelle mani dell’Abu Dhabi United Group del principe emiratino Mansur bin Zayd Al Nahyan.

Come accade spesso, il tifo per una squadra scaturisce in modi inattesi e sorprendenti, per non dire casuali. All’origine di quello di Liam e Noel per il City (entrambi nativi di Manchester) ci sono state ragioni familiari. Come ebbe a dichiarare anni fa Noel al Guardian: “La prima partita a cui mio padre mi portò fu City contro Newcastle United al Maine Road, nel 1971. Fu fatta: il City divenne la mia squadra. All’epoca lo United era in Seconda Divisione, e noi eravamo la squadra più forte di Manchester, per circa dieci anni. Ma nel corso degli anni, quando il City ha iniziato a faticare e lo United è diventato la miglior squadra d’Europa, a volte mi sono chiesto perché mio padre mi portò al Maine Road invece che all’Old Trafford. La ragione è fondamentalmente familiare: mio padre odiava i suoi fratelli. Erano tutti irlandesi trasferiti qui e avevano deciso di tifare United. Mio padre scelse il City soltanto per farli arrabbiare. Nessun’altra ragione. In realtà, io e Liam saremmo dovuti diventare tifosi dello United”. E questo nonostante il fatto che, anni dopo Noel abbia rifiutato l’invito a scrivere l’inno ufficiale del club (che è rimasto dunque Blue Moon, composto nel 1934 da Richard Rodgers e Lorenz Hart): “Volevano che scrivessi la loro nuova sigla ma, anche se sono un tifoso, non mi metto a sudare sangue per una canzone se non è per me”.

Infine, parlando di Oasis non si può non menzionare la rivalità musicale con i Blur, che rinverdì i fasti dei tempi di quella fra Beatles e Rolling Stones (o, se si preferisce, di quella che vide protagonisti Duran Duran e Spandau Ballet negli anni Ottanta). Il calcio c’entra ancora visto che nel 1996, durante un torneo fra celebrità, Liam Gallagher e Damon Albarn (tifoso del Chelsea), in un’altra foto diventata celebre, si ritrovarono faccia a faccia. Esattamente come avrebbero potuto fare Uwe Rösler e Dennis Wise, all’epoca beniamini dei supporter di Citizen e Blues.

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