Rendere attrattiva l’Italia si può

Un’indagine di EY rileva miglioramenti sia nei dati del 2024 sia nelle aspettative delle aziende nel 2025. Ma bisogna iniziare a occuparsi di quello che l’Italia potrebbe fare per se stessa mettendo mano, per esempio, ai molti autodazi che tengono il paese ingessato

Relazioni internazionali più dure e minore apertura dei mercati fanno certamente danni all’economia globale. Ma questi processi fanno anche emergere i paesi con più forte tessuto produttivo e con maggiore affidabilità finanziaria. Negli ultimi mesi l’Italia ha sorpreso soprattutto per la seconda. Sulla differenza di rendimento tra Btp e Bund si gioca la credibilità dei governi, è ormai da un periodo lungo che lo spread italiano si è piazzato in un’area tutt’altro che preoccupante, segnalando l’interesse dei gestori finanziari nel mondo per i titoli pubblici italiani. Alla considerazione per l’affidabilità delle condizioni di bilancio – ieri Meloni ha ricevuto Jamie Dimon, presidente e ad di JP Morgan per parlare di questi temi – ora si aggiunge un segnale forse ancora più importante in arrivo da chi investe nei settori produttivi.

L’indagine di EY sull’attrattività rileva miglioramenti sia nei dati del 2024 sia nelle aspettative delle aziende nel 2025. L’attrattività del mercato italiano, misurata da uno speciale indice in cui si considerano primariamente gli investimenti diretti dall’estero, è cresciuta del 5 per cento in un anno. Un dato che risalta perché nello stesso studio sono invece mostrati cali di attrattività per altre grandi economie europee. I progetti di investimenti diretti dall’estero in Italia sono saliti a 224 nel 2024, erano 214 nel 2023. Gli investimenti continuano ad arrivare in numero relativamente maggiore dagli Usa, ma la crescita maggiore è quella delle operazioni con capitali europei. L’Italia trae vantaggi dalle operazioni di rientro in Ue degli investimenti già orientati verso altre economie, il reshoring europeo spesso si ferma sulle coste italiane, anche grazie a relazioni di diplomazia economica ben gestite con paesi come Giappone, Arabia Saudita, Emirati e con le grandi aree del Sud America e del Centro Asia. L’opportunità è enorme. Non sfruttarla nel futuro, iniziando a occuparsi ancora di più di quello che l’Italia potrebbe fare per se stessa, per esempio mettendo mano ai molti autodazi che tengono il paese ingessato, sarebbe non un errore politico: semplicemente un peccato mortale.

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