La controffensiva cattolica in Brasile riparte dai balletti social delle suore

I video di suor Marizele Rego e suor Marisa Neves spopolano sui social e si inseriscono in un più ampio movimento di religiosi infuencer attraverso i quali la Chiesa cattolica locale sta tentando una controffensiva rispetto ai protestanti

Il modello, se vogliamo, è “Sister Act”. Ma suor Marizele Rego e suor Marisa Neves, rispettivamente 46 e 41 anni, esistono davvero, cantano e ballano in Brasile, e si inseriscono in un più ampio movimento di religiosi infuencer attraverso i quali la Chiesa cattolica locale sta tentando una clamorosa controffensiva rispetto a un’offensiva protestante sempre più straripante. Il Brasile con i suoi 211 milioni di abitanti è tuttora il più popoloso tra i paesi a maggioranza cattolica. Ma trent’anni fa l’83 per cento dei brasiliani si identificava come cattolico, mentre oggi sono meno del 57 per cento. Addirittura, i protestanti sono indicati tra i tre settori chiave dell’elettorato bolsonarista, assieme ad agroindustria e possessori di armi. Una triade Manzo-Bibbia-Pallottole che dalle iniziali in portoghese diventa “le Tre B”: Bife-Bíblia-Balas.

Sul modello Usa, da cui la predicazione è venuta, i protestanti sono molto identificati con popolari predicatori che si rivolgono a folle straripanti via tv, radio o stadi. Accompagnate da un gruppo di ballerine vestite con saio, croci e velo, le due suore cantanti sono divenute a loro volta un fenomeno di cui si sta occupando la stampa mondiale, dopo che suor Marizele era partita da un seguito di 100.000 follower su Instagram. “Perché qualcosa di così semplice e spontaneo è cresciuto così tanto?”, “Perché lo Spirito Santo vuole toccare il cuore delle persone. Ma oltre allo Spirito Santo c’è anche l’algoritmo”. Dopo averle viste cantare e ballare a colpi di beatboxing e breakdance in un video che ha fatto milioni di visualizzazioni, dalla stessa Whoopi Goldberg è arrivato un imprimatur. “Un vero cambiamento di abitudini nella vita reale”, l’ha definito nel programma “The View” della Abc.

Entrambe le suore erano figlie di coltivatori di mais e soia nello stato agricolo del Paraná, e sono cresciute in famiglie musicofile. Dopo essere entrata in convento a ventitré anni, suor Marisa ha continuato a dedicarsi alla danza, prendendo lezioni di hip-hop e breakdance. In seguito, ha lavorato per la televisione cattolica, a volte ballando con i preti. Suor Marizela, entrata in convento a venticinque anni, ha avuto un nonno costruttore di chitarre e zie cantanti radiofoniche. Ma non sono solo loro due, che appartengono alle suore della Copiosa Redenzione: una congregazione nata 35 anni fa nel Brasile meridionale, e formata da circa ottanta monache e venticinque frati che si dedicano a recuperare giovani tossicodipendenti, appunto aiutandosi con la musica e con l’arte. Il fondatore, un sacerdote redentorista, era un prolifico pittore. Un’altra suora, suor Inez Carvalho, ha avuto una breve carriera come rapper e ha pubblicato un album negli anni Novanta. A parte quella congregazione, un altro divo è il reverendo Marcelo Rossi: un prete cattolico 58enne che è anche scrittore e cantante, usa intensamente la musica nelle sue messe, ha registrato Cd musicali, è conduttore di programmi radiofonici e televisivi ed è apparso come attore in due film a tema religioso.

Sul loro esempio anche altri preti muscolosi, belli e tonici hanno iniziato ad accumulare milioni di follower su Instagram, come altri influencer cattolici, pop star e gruppi rock. Di recente, i Dj cattolici hanno perfino iniziato a suonare musica elettronica in eventi soprannominati “rave cattolici”, come quello che si è tenuto al Cristo Redentore di Rio de Janeiro a gennaio. Il Vaticano sosterrà nuovi eventi a Roma per riunire cattolici influenti online e onorare artisti musicali cattolici, e alcuni iniziano già a parlare di “Grammy Cattolici”. Il tutto, è parte di quello che viene definito movimento del Rinnovamento carismatico cattolico.

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