Il Pd e la produttività. Parla Maria Anghileri (Giovani imprenditori)

Con Andrea Orlando, la segretaria dem si prepara a parlare di politiche industriali (senza le quali non si governa). “Parlare di produttività è parlare di crescita”, dice Maria Anghileri, presidente dei Giovani imprenditori, “ed è ora di parlare di crescita. I Giovani imprenditori non si accontentano di galleggiare, vogliamo crescere”

Una due giorni per parlare di produttività: la segretaria del Pd Elly Schlein e l’ex ministro dem del Lavoro Andrea Orlando l’11 e il 12 luglio saranno ai Tiburtina Studios per ragionare su come “re-industrializzare l’Italia e l’Europa”. E’ un buon segnale che questa attenzione venga dall’opposizione, per Confindustria, presente all’evento con il presidente Emanuele Orsini? “Parlare di produttività è parlare di crescita”, dice Maria Anghileri, presidente dei Giovani imprenditori, “ed è ora di parlare di crescita. I Giovani imprenditori non si accontentano di galleggiare, vogliamo crescere. Ci fa piacere che di produttività parli il Pd e ci fa piacere che, nei giorni scorsi, ne abbia parlato la premier Giorgia Meloni. Bisogna aumentare la produttività per far crescere i salari e innescare un circolo virtuoso. La produttività è un tema centrale per lo sviluppo del paese e non può prescindere da un dibattito che vede il contributo di tutti. E’ un tema trasversale. Per questo il presidente Orsini ne ha parlato anche con i sindacati”.

Chi si candida a governare non può permettersi di non parlare di produttività. Ma il tema produttività ha faticato a restare centrale. Perché? “Questo tema”, dice Anghileri, “è rimasto un po’ ‘sommerso’, forse perché c’è la presunzione che tanto gli imprenditori ce la facciano comunque. Ma 26 mesi di calo della produzione industriale e il contesto geopolitico ci hanno insegnato che per la crescita di un paese non si può fare a meno dell’industria. Dove c’è industria c’è lavoro e dove c’è lavoro c’è crescita sociale, inclusione e welfare. È bene che tutti gli attori politici e istituzionali vengano sensibilizzati su questo, ma ora bisogna agire: una politica industriale sana non può prescindere dalle imprese. L’Europa non sta investendo in tutti i settori in cui la produttività cresce di più. Nell’Unione europea le prime tre imprese che investono di più in innovazione non sono nei settori di frontiera. Mentre, se guardiamo gli Stati Uniti, le prime tre imprese che investono di più in innovazione sono nel settore tech. Già questo dovrebbe farci capire perché la produttività italiana non sale in confronto a quella degli altri paesi”.

Che cosa dovrebbe contenere un nuovo piano industriale? “Ricette semplici da realizzare che ci consentano di crescere del 2 per cento l’anno”, è l’idea di Anghileri: “Ripeto, non possiamo accontentarci di galleggiare. Serve un Next generation Ue per l’industria, e un Piano Straordinario per l’Industria anche in Italia. Le priorità del piano per l’Italia dovrebbero essere tre: rilancio degli investimenti sul modello di Industria 4.0 – che ha dimostrato di funzionare; stabilizzazione e semplificazione dell’Ires premiale; una politica energetica, non assoggettata alle speculazioni finanziarie, che garantisca un prezzo dell’energia competitivo rispetto agli altri paesi europei. Infine, una massiccia semplificazione burocratico-normativa che punti alla decarbonizzazione senza rischiare la deindustrializzazione, come avvenuto con il Green Deal e con provvedimenti ‘ideologici’ che hanno messo in ginocchio intere filiere di eccellenza”.

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  • Marianna Rizzini
  • Marianna Rizzini è nata e cresciuta a Roma, tra il liceo Visconti e l’Università La Sapienza, assorbendo forse i tic di entrambi gli ambienti, ma più del Visconti che della Sapienza. Per fortuna l’hanno spedita per tempo a Milano, anche se poi è tornata indietro. Lavora al Foglio dai primi anni del Millennio e scrive per lo più ritratti di personaggi politici o articoli su sinistre sinistrate, Cinque Stelle e populisti del web, ma può capitare la paginata che non ti aspetti (strani individui, perfetti sconosciuti, storie improbabili, robot, film, cartoni animati). E’ nata in una famiglia pazza, ma con il senno di poi neanche tanto. Vive a Trastevere, è mamma di Tea, esce volentieri, non è un asso dei fornelli.

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