Il commissario Ue per gli Affari interni e l’immigrazione Magnus Brunner e il ministro Piantedosi a Tripoli e Bengasi. Si rischia la guerra, ma in cima all’agenda degli europei, come al solito, ci sono i migranti
Oggi il Team Europe si è rimesso in viaggio, destinazione Libia. La delegazione guidata dal commissario Ue per gli Affari interni e l’Immigrazione, l’austriaco Magnus Brunner, accompagnato dal ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, con i colleghi di Grecia e Malta, farà tappa a Tripoli e Bengasi. Il paese continua a oscillare sull’orlo di una nuova guerra civile. Nel weekend, il premier Abdelhamid Dabaiba e le Forze di deterrenza che controllano l’aeroporto di Mitiga – lo stesso dove oggi sbarcherà la delegazione europea – si sono rinnovati minacce di guerra. Una situazione tesa, che ha spinto la delegazione europea a mantenere un certo riserbo circa le modalità e le tempistiche del viaggio di oggi. Guerra o meno, in cima all’agenda degli europei, come al solito, ci sono i migranti. Nei primi sette mesi dell’anno sono sbarcate sulle coste italiane oltre 30 mila persone, con un aumento del 15 per cento su base annuale.
Dati ancora più allarmanti sono quelli degli sbarchi che dalla Cirenaica hanno interessato le isole greche, con un incremento pari al 350 per cento rispetto al 2024. Se a Tripoli si dovesse tornare a combattere, i numeri sarebbero destinati a crescere ancora. E da qui deriva tanta urgenza nell’invio del Team Europe – peraltro con una tappa nell’est della Libia del tutto inedita – promesso ai paesi del fronte sud del Mediterraneo dalla stessa Ursula von der Leyen. Certo, non mancano le perplessità sulla coerenza della linea politica finora seguita da Bruxelles. Una settimana fa, lo stesso commissario Brunner aveva definito le autorità libiche “losche”, personaggi “che spingono i richiedenti asilo sui barconi, il che è orribile”. Accuse gravi, che stonano con le ultime promesse fatte invece da von der Leyen, circa la necessità di “mantenere una stretta cooperazione e un sostegno finanziario con le autorità libiche”. Di certo, ciò che servirebbe sarebbe proprio una maggiore assunzione di responsabilità a livello Ue riguardo al dossier dei migranti e delle interlocuzioni con i “loschi” figuri di cui, nostro malgrado, l’Europa sembra proprio non sappia fare a meno. Almasri docet.