Scontri e tensioni alla Camera, il presidente Fontana striglia il M5s: “Basta insulti e allusioni”

Il richiamo del numero uno dell’assemblea di Montecitorio durante la conferenza dei capigruppo dopo gli episodi in Aula: “Basta attacchi ai vicepresidenti, la dialettica politica non trascenda”

Con un duro intervento durante la conferenza dei capigruppo il presidente della Camera Lorenzo Fontana ha rimesso in riga i deputati del M5s, protagonisti ieri in due occasioni di scontri verbali in Aula. Prima sulla decadenza della grillina Elisa Scutellà poi durante la discussione sulle intercettazioni. A dirigere il traffico in quelle occasioni c’erano i vicepresidenti di Montecitorio Giorgio Mulè e Fabio Rampelli. Questa mattina Fontana, presidente dai modi assai ecumenici, ha letto un discorso netto.

Stralci che il Foglio è in grado di riportare.

Colleghi, desidero richiamare la vostra attenzione su quanto accaduto ieri nel corso della seduta dell’Assemblea, allorquando la Presidenza di turno è stata oggetto di alcune contestazioni o comunque rilievi critici.

Mi riferisco in particolare al rilievo che è stato mosso nei confronti del Vicepresidente Mulè circa l’opportunità di presiedere una seduta recante all’ordine del giorno un argomento oggetto di particolare contrapposizione politica e che vedeva direttamente coinvolto anche il Gruppo politico a cui appartiene il collega e, successivamente, alle contestazioni mosse nei confronti del Vicepresidente Rampelli in merito alla sua conduzione della seduta”.

Il presidente Fontana ai capigruppo ha ribadito che “in entrambe le circostanze, la conduzione dei lavori da parte dei due Vicepresidenti di turno è stata sempre improntata alla correttezza e al pieno rispetto delle regole. In via generale, la Presidenza – nelle persone del Presidente e dei Vicepresidenti che lo sostituiscono nella conduzione dell’Aula – esercita le sue funzioni in modo terzo e imparziale. E ai Vicepresidenti Ascani, Costa, Mulè e Rampelli rivolgo il mio sentito ringraziamento per il modo equilibrato, corretto e imparziale con il quale svolgono quotidianamente le loro funzioni. Il rispetto per la Presidenza, anche quando assume decisioni che possono apparire non allineate alle posizioni politiche di una o l’altra parte politica, non è dunque altro che rispetto che dobbiamo alle regole che disciplinano i nostri lavori e che ne garantiscono la democraticità e la libertà. Penso che su questo non possiamo dividerci“.

Da qui la conclusione con un richiamo formale che sembra indirizzato al M5s: “In alcuni momenti, e ieri in particolare, la contrapposizione politica non si può ammettere in nessun caso che, con insulti, allusioni o espressioni comunque irriguardose siano messi in discussione il ruolo e la dignità della Presidenza perché, come già detto in Assemblea ieri mattina dal Vicepresidente Mulè, questo “rischia di minare non tanto la legittimazione del singolo Vicepresidente di turno, ma il ruolo e le funzioni della Presidenza in quanto tale”. Sono parole, queste, che condivido integralmente. Invito pertanto i capigruppo ad assicurare che episodi come quelli di ieri non si ripetano e a tenere fuori dalla dialettica politica il ruolo istituzionale e imparziale della Presidenza. E questo a garanzia di tutti”.

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  • Simone Canettieri
  • Viterbese, 1982. Al Foglio da settembre 2020 come caposervizio. Otto anni al Messaggero (in cronaca e al politico). Prima ancora in Emilia Romagna come corrispondente (fra nascita del M5s e terremoto), a Firenze come redattore del Nuovo Corriere (alle prese tutte le mattine con cronaca nera e giudiziaria). Ha iniziato a Viterbo a 19 anni con il pattinaggio e il calcio minore, poi a 26 anni ha strappato la prima assunzione. Ha scritto per Oggi, Linkiesta, inserti di viaggi e gastronomia. Ha collaborato con RadioRai, ma anche con emittenti televisive e radiofoniche locali che non pagavano mai. Premio Agnes 2020 per la carta stampata in Italia. Ha vinto anche il premio Guidarello 2023 per il giornalismo d’autore.

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