Le prime misure: uno scudo anti pullman e un corridoio umanitario verso Ovindoli

Dopo l’invocazione della legge anti-rave e di checkpoint lungo l’autostrada, la neve di Roccaraso si è sciolta sotto i piedi di molti meno turisti rispetto all’ondata della settimana scorsa. Ma la tiktoker De Crescenzo sembra aver già messo gli occhi su una nuova meta

Roccaraso, comune di circa 1.500 abitanti in provincia dell’Aquila, da sempre contesa fra abruzzesi e campani, è un po’ il nostro Donbass. Domenica 26 gennaio è stata invasa da un’orda di turisti: più di 200 pullman cingolati hanno scaricato decine di migliaia di gitanti che ne hanno occupato le piste da sci, per non parlare dei bagni. Mentre 15 mila turisti facevano razzie in paese, altri 10 mila sciatori della domenica sono andati a sbattere contro chiunque incontrassero sulla propria strada, travolgendoli. La fila per lo ski-lift era talmente lunga che pareva una lista d’attesa per una mammografia. La maggior parte degli occupanti erano campani, tanto che Roccaraso pareva un concerto di Geolier. Ma secondo alcune testimonianze, fra gli occupanti c’erano anche soldati della Corea del Nord e mercenari bielorussi che hanno devastato la piccola località sciistica al grido di “spezzeremo le reni all’Abruzzo”.

Roccaraso è sempre stata meta turistica, ma l’occupazione di domenica 26 gennaio non ha precedenti nella storia dell’occidente. Il sindaco di Roccaraso, neo-Zelensky, ha prima invocato l’esercito, poi su questo giornale ha chiesto l’applicazione della legge anti-rave, mancava solo il progetto di un muro con la Campania; ma nei giorni successivi al sacco di Roccaraso il primo cittadino ha sentito anche il governo. Giorgia Meloni ha proposto di rimpatriare i turisti con voli di stato, oppure di trasferirli nei centri migranti in Albania che tanto sono vuoti.

L’invasione intanto è stata rivendicata da alcune agenzie turistiche che hanno promosso gite low-cost, ma soprattutto dalla controversa tiktoker Rita De Crescenzo, 1 milione e 700 mila follower, nome di battaglia “la svergognat”, che nel rivendicare l’attacco ha annunciato per domenica 2 febbraio una seconda e ben più massiccia invasione: dopo i 10 mila di fine gennaio, De Crescenzo ha minacciato di portare a Roccaraso altri 20 mila turisti, oppure sempre 10 mila ma più grassi. Sono seguite ore drammatiche, durante le quali gli abitanti di Roccaraso hanno minacciato per rappresaglia di invadere Napoli e prendere in ostaggio settanta pizzaioli. Il sindaco di Roccaraso da par suo ha blindato la città limitando l’accesso ai pullman. Sulla statale 17 sono stati posti dei checkpoint, con cecchini armati e no-fly-zone; ma è stato garantito un corridoio umanitario verso Ovindoli, usato dai residenti per mettersi in salvo.

Nel frattempo, la neve si è sciolta; già sabato c’era più fanghiglia che altro. Sulle piste si spara la neve come nel resto d’Italia; ma a Roccaraso si è disposti a spararla anche addosso ai turisti, per respingerli. Infine, domenica 2 febbraio, gli arrivi sono stati dimezzati rispetto alla domenica precedente. Lo scudo anti-pullman del sindaco ha respinto gli invasori, costretti a battere la ritirata verso il Molise; e ora anche Campitello Matese chiede di entrare nella Nato. La tiktoker Rita De Crescenzo non si vede, voci incontrollate dicono sia volata da Putin o nascosta in Pakistan; poi arriva il suo video-messaggio: “Vado a Ovindoli”. Panico fra i rifugiati. Il sindaco di Ovindoli: “Siamo pronti, e senza misure speciali”; ma in molti imbracciano il fucile. Il sindaco di Roccaraso (su pressione dell’Unione europea) apre ai colloqui di pace: “Voglio bene a tutti i napoletani, Forza Napoli”. Si va anche per Roccaraso verso la soluzione “due popoli, due stati”.

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