Per l’algoritmo Berizzi, non sei mai abbastanza antifascista, nemmeno se pronunci una condanna netta dopo che ti è stata chiesta da tempo. Per l’algoritmo Vannacci, non sei mai accusabile di fascismo, neanche se sprizzi mussolinismo da tutti i pori
Fascisti e antifascisti da social o da talk-show (stavo per dire da operetta, ma amo troppo Offenbach per fargli questo sgarbo) rischiano di entrare in un loop. Anzi, in due loop distinti, ma ben coordinati. Me ne sono accorto osservando le reazioni alle parole di Giorgia Meloni sul regime fascista complice della Shoah, e in particolare il video pubblicato in risposta da Paolo Berizzi su X, un montaggio di vecchi elogi meloniani ad Almirante. Il loop, in breve, segue questo schema: 1) ti incalziamo senza tregua perché tu dica qualcosa di netto contro il fascismo; 2) poi un giorno tu dici qualcosa di netto; 3) ti obiettiamo che non è abbastanza netto e ti rinfacciamo i tuoi passati silenzi, le tue ambiguità e le tue dichiarazioni contrarie, riportandoti così alla casella del via perché 1) devi dire qualcosa di più netto, sennò non ci fidiamo. Dal passo dell’oca al gioco dell’oca, come si vede, non è che un soffio. Ma anche dallo schiaffo del soldato allo sberleffo del generale poco ci passa. Questo secondo loop è, se possibile, più irritante: 1) vola nell’aria una parola fascistissima, e riconosci a colpo sicuro la voce; 2) ti giri, e c’è Vannacci che fa roteare un dito in aria; 3) lo prendi di petto: guarda che ti ho sentito, hai detto olio di ricino; 4) lui ti spiega che in realtà intendeva un condimento per l’insalata di cui va ghiotto, si mette a parlare di cibo e di trattorie, e mentre te ne vai aggiunge uno “spezzeremo le reni alla gricia” che ti rispedisce per direttissima alla casella iniziale. Per l’algoritmo Berizzi, non sei mai abbastanza antifascista; per l’algoritmo Vannacci, non sei mai accusabile di fascismo, neanche se sprizzi mussolinismo da tutti i pori. È superfluo notare che i due meccanismi s’ingranano a meraviglia l’uno nell’altro, facendo girare in eterno la giostra retorica dell’indignazione, della spacconeria e della chiacchiera inutile. Attenti al loop.