Sbarre verticali e titoli sdraiati

Le grevi giravolte di Libero e il garantismo a targhe alterne della destra

La notizia del giorno, per niente simpatica da meritarsi un gioco di parole da secondini di prigione libica, era la richiesta degli arresti domiciliari da parte della procura di Milano nei confronti di due architetti di fama internazionale come Stefano Boeri e Cino Zucchi. Ma siccome ai lettori con la roncola di Libero la parola “architetto” evoca al massimo “l’albero di trenta piani” del Re degli ignoranti Celentano, il tabloid in quota salviniana ha servito loro, in prima pagina, questo elegante titolo: “GABBIO VERTICALE”. Ma scritto tutto maiuscolo, con quei caratteri che una volta si dicevano “di scatola” e che ricordano tanto La Notte di Nino Nutrizio, antesignano di tutti i tabloid di destra cupa e penitenziaria che oggi persino Vannacci troverebbe eccessivamente forcaiolo. E poi un commento decisamente d’alto profilo, da filosofia del diritto: “Testacoda dei giudici. I compagni si arrestano tra loro”. Quindi una buona notizia? Un po’ sotto la linea dell’imbarazzo.

Ma il giorno dopo può andare anche peggio, dal punto di vista logico, per un giornale che il giorno prima sembrava scritto da Almasri. Il giorno dopo, infatti, a finire nelle demenziali grinfie dei pm (anzi qui proprio un procuratore) è stata Giorgia Meloni. E il titolo magicamente diventato: “GOLPE DI TESTA”. Ma sempre coi caratteri di Nino Nutrizio. E il catenaccio, allarmato per le sorti della democrazia: “Indagato mezzo governo”. “Un fatto senza precedenti” scrivono gli amici di Libero con garantismo a prova di bunker di Hamas.

Va bene, la coerenza non è la virtù dei forti nemmeno dei facitori di giornali di destra. E in Italia da molti decenni le vicende di giustizia sono diventate malauguratamente campo di battaglia per opposte posizioni politiche. Ma degli opposti estremismi si vorrebbe fare a meno. Il garantismo deve valere per tutti, e anche l’equilibrio logico dovrebbe essere un requisito di base. Soprattutto se si ha l’ambizione di sostenere giornalisticamente un governo che ha contro, al momento, proprio certa magistratura. Meno titoli di scatola, meno bile usata come inchiostro.

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