Francoforte prosegue sulla strada dei tagli e riduce i tassi di 25 punti base. “Il processo di disinflazione sulla buona strada”, ma le frizioni nel commercio internazionale potrebbe pesare sulla crescita dell’Eurozona
“Il Consiglio direttivo ha deciso oggi di ridurre di 25 punti base i tre tassi di interesse di riferimento della Bce”. Così fa sapere la Banca centrale europea dopo il vertice di oggi a Francoforte. Si tratta del primo taglio del 2025 e il quinto da giugno, della stessa entità di quello deciso lo scorso 12 dicembre, che aveva fatto calare il tasso di interesse sui depositi dal 3,25 al 3,00 per cento. Si arriva così oggi al 2,75 per cento, unito al 2,90 per cento e al 3,15 per cento degli altri due tassi di riferimento (sulle operazioni di rifinanziamento principali e sulle operazioni di rifinanziamento marginale).
La decisione era già ampiamente prevista dagli analisti e conferma l’andamento espansivo e più morbido che l’istituzione ha deciso di adottare per le sue scelte di politica monetaria. Nonostante l’incertezza sulla politica commerciale rimanga molto alta, soprattutto con l’approccio della nuova amministrazione statunitense in materia di dazi. Ma dagli Stati Uniti, per ora, nessuna sorpresa per i mercati, dato che ieri la Fed ha lasciato invariati i tassi mantenendoli al 4,25–4,50 per cento.
Questa ulteriore sforbiciata, dunque, segnala un progressivo avvicinamento all’obiettivo del Consiglio direttivo del 2 per cento a medio termine, ma l’Eurotower avverte: “L’inflazione interna resta elevata, principalmente perché salari e prezzi in determinati settori si stanno ancora adeguando al passato incremento dell’inflazione con considerevole ritardo”. La crescita delle retribuzioni, prosegue la nota, “si sta moderando secondo le attese e i profitti ne stanno parzialmente attenuando l’impatto sull’inflazione”.
L’economia sta ancora affrontando circostanze avverse, ma la Bce mostra ottimismo: “L’aumento dei redditi reali e il graduale venir meno degli effetti della politica monetaria restrittiva dovrebbero sostenere una crescita della domanda nel corso nel tempo”.
Sui criteri di scelta delle prossime mosse di politica monetaria, la Bce continuerà sul solco delle ultime riunioni, seguendo “un approccio guidato dai dati in base al quale le decisioni vengono adottate di volta in volta a ogni riunione”, senza vincolarsi necessariamente a un particolare percorso dei tassi.
“Le politiche strutturali e di bilancio dovrebbero accrescere la produttività, la competitività e la capacità di tenuta dell’economia”. Lo ha detto la presidente della Bce Christine Lagarde in conferenza stampa a Francoforte, sottolineando ancora una volta quanto sia fondamentale dare prontamente seguito, con politiche strutturali concrete e ambiziose, alle proposte di Mario Draghi per una maggiore competitività europea e a quelle di Enrico Letta per il rafforzamento del mercato unico”.
L’economia rimane debole nel breve termine: “La manifattura continua a contrarsi mentre il settore dei servizi è in crescita”, ma “se non ci sarà un’escalation delle tensioni geopolitiche, le esportazioni dovrebbero sostenere la crescita”. In particolare, il rischio di maggiori frizioni nel commercio internazionale potrebbe pesare sulla crescita dell’area dell’euro frenando le esportazioni e indebolendo l’economia mondiale. “Il calo di fiducia potrebbe impedire ai consumi e agli investimenti di recuperare al ritmo atteso” ha spiegato Lagarde, secondo cui “ciò potrebbe essere amplificato dai rischi geopolitici, come la guerra ingiustificata della Russia contro l’Ucraina e il tragico conflitto in medio oriente, suscettibili di causare interruzioni delle forniture di energia e degli scambi internazionali”.
“Al momento non c’è alcuna certezza, quando ci saranno allora saranno oggetto di analisi”. Ha detto Lagarde in conferenza stampa a Francoforte in risposta a una domanda sul possibile impatto dei dazi commerciali minacciati dall’amministrazione Trump. “È più complicato che dire semplicemente se i dazi saranno inflazionistici o disinflazionistici – ha detto – dipenderà da vari fattori come su quali settori saranno imposte le tariffe, se ci saranno ritorsioni o se ci sarà rerouting dei flussi commerciali”.
La decisione odierna sui tassi è stata presa all’unanimità. Al contrario, ha specificato la presidente della Bce, “in Consiglio non è stata assolutamente discussa una possibile riduzione di 50 punti base”.
Nelle riserve della Bce non c’è spazio per il bitcoin, perché questi asset “devono essere liquidi, sicuri, non sospettati di legami con attività criminali”. Così Lagarde è tornata a chiudere la porta dell’Eurotower alla popolare criptovaluta, dicendosi “fiduciosa che i bitcoin non entrerano nelle riserve delle banche centrali” degli stati dell’Eurozona.