Dietro a Napoli e Inter, la classifica della Serie A si è spaccata e sedimentatata, tra poche squadre in corsa per l’Europa e troppe a rischio salvezza
È stato un tripudio di rinascite e di crisi evaporate l’ultima giornata di Serie A. O almeno così si è letto, si è visto e si è ascoltato. La precocità di una crisi e l’aleatorietà di una rinascita andrebbero analizzate a fondo, in modo molto completo, scriverebbe Maurizio Milani. Ne faremo a meno, che tanto non interessa a chi scrive, figurarsi a chi legge.
Quel che è certo è che Napoli e Inter sono di gran lunga le squadre più forti del campionato e questo lo si sapeva. Ocio però che ora hanno entrambe iniziato a sbagliare meno di quanto avevano fatto fino a qualche settimana fa. E in un campionato nel quale si sbaglia tanto, troppo, questo dà la possibilità di salutare la compagnia e prepararsi a una lotta a due in testa.
Certo l’Atalanta è ancora un bel vedere quando gioca tranquilla, alla sua maniera, ossia a ondate irresistibili a riva. Il problema è che il moto ondoso è incostante per natura e a volte la risacca si mangia l’ultima onda.
La classifica si è spaccata e sedimentata. Un manipolo di squadre ossia Lazio, Juventus, Fiorentina, Milan, Bologna, Roma (in ordine di classifica), ha un posto in Champions da sognare, due in Europa League da puntare e una Conference League come contentino. Il resto lotta per non retrocedere con il Monza messo assai maluccio. Alla faccia di sprofondi senza fondo e fallimenti roboanti che, con il senno del poi – e nemmeno troppo poi – non lo erano.
Milan e Roma sembravano tagliate fuori per anche solo provare a sperare in un posto nell’Europa ricca o anche solo in quella che conta un po’ meno, cioè quasi niente. E invece sono a cinque e nove punti dalla quarta, la Lazio, e i rossoneri hanno pure una partita in meno. Ocio però che non sempre i biancoazzurri decideranno di non scendere in campo per un’ora, e ancor meno Milan e Roma si troveranno davanti a due squadre, come Parma e Udinese, volenterose di farsi del male in modo che nemmeno De Sade ai bei tempi. I loro salvatori però li hanno già eletti e quindi tanta salute comunque vada.
E in tutto questo marasma di occasioni sfruttate, sprecate, attorcigliate, capitate, evaporate, c’è ancora un calciomercato che porta in Italia vagonate di giocatori scartati dagli altri campionati e che potrebbero benissimo finire tra gli scarti pure dell’Italia. Ma i nomi esotici piacciono da sempre, ci sono fior fiori di scrittori e uomini di spettacolo che ci hanno costruito una fortuna, quindi chi siamo noi per giudicare. Ocio però che a furia di tirar la fune dei sogni questa si spezza e ci si ritrova in mano un altro nulla di fatto primaverile.