Il virus della speculazione. La Cia e la verità sull’origine del Covid

Il nuovo direttore dell’agenzia nominato da Trump, John Ratcliffe, ha sempre sostenuto la tesi della fuoriuscita del virus dal laboratorio cinese. Ma la principale causa della diffusione del Sars-Cov-2 resta l’assenza di trasparenza di Pechino

La Cia ha sempre avuto un problema a prendere una posizione chiara e definitiva sulle cause della pandemia da Covid 19. Ma sabato scorso, quando ha declassificato le precedenti valutazioni, ha anche lievemente modificato le sue conclusioni, mettendo adesso come “più probabile”, ma non del tutto convincente, la versione che il virus Sars-Cov-2 sia fuoriuscito dal laboratorio virologico di Wuhan. La decisione ha più a che fare con la politica che con le informazioni, che sono rimaste sempre quelle e sempre le stesse: e cioè pochissime, perché la Repubblica popolare cinese non ha mai concesso un accesso indipendente alle informazioni tale da poter arrivare a una conclusione indiscussa sull’origine della pandemia. Dunque, sia a livello giornalistico sia d’intelligence, si potrebbe dire che la principale causa della pandemia resta l’assenza di trasparenza di Pechino, un particolare che però non è più emerso nei dialoghi diplomatici con la leadership cinese, e sappiamo anche il perché: l’Australia, unico paese il cui governo ha tentato di far emergere la questione della trasparenza con Pechino, è stata colpita per più di un anno da un violento boicottaggio economico da parte della Cina.

Il cambiamento di sfumatura nelle conclusioni della Cia dell’altro giorno ha a che fare per lo più con il nuovo direttore dell’agenzia nominato da Trump, John Ratcliffe, che ha sempre portato avanti la tesi della fuoriuscita del virus dal laboratorio cinese contro l’ipotesi dell’origine naturale. “Per me è una cosa da giorno uno”, ha detto Ratcliffe non appena si è insediato, e poi venerdì scorso, a Breitbart News, ha detto che la Cia avrebbe dovuto abbandonare la sua posizione neutrale sulle origini del virus e non restare più in disparte nel dibattito. Già lo scorso anno in un op-ed per Fox New Ratcliffe sosteneva che la Cia non volesse abbracciare con convinzione l’ipotesi della fuga dal laboratorio per evitare problemi geopolitici all’Amministrazione Biden. Ma le informazioni certe e confermate sono una cosa, la politica un’altra.

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