In Iran a morte per “offesa al Profeta”, in Francia minacce di morte a un altro professore

Dieci anni dopo la strage di Charlie Hebdo, il caso di un insegnante minacciato di morte dopo aver mostrato in classe caricature della religione cattolica, quella musulmana e quella ebraica. Un pericolo scampato, che svela una certa somiglianza tra Parigi e Teheran: il divieto di critica all’Islam

“Il decimo anniversario della strage di Charlie Hebdo viene commemorato con un concerto di buone coscienze, un ballo di ipocriti e lacrime di coccodrillo” scrive Michel Guerrin, caporedattore del Monde. Quasi una chiosa al caso che risale all’8 gennaio.

Il giorno dopo il decimo anniversario dell’attentato a Charlie Hebdo, l’insegnante di storia e geografia ha approfittato di un’ora di educazione civica per affrontare i temi della libertà di stampa e della libertà di espressione. Il professore mostra in classe tre caricature che prendono in giro la religione cattolica, quella musulmana e quella ebraica.

Un’iniziativa che non è piaciuta a una studentessa, che qualche giorno dopo è tornata dal suo insegnante dicendogli che “uno studente verrà ad ucciderlo”. “E’ stata immediatamente aperta una inchiesta per minacce di morte”, ​​ha spiegato il procuratore di Montbéliard, Paul-Edouard Lallois. Al professore minacciato è stata data anche una protezione della polizia. Stavolta le autorità si muovono in tempo, per evitare un nuovo caso Samuel Paty. Arriva anche la solidarietà del governo.

Durante una lezione sull’evoluzione, un’insegnante di scienze di una scuola di Trappes (Yvelines) ha pubblicato una foto del rapper marsigliese Soprano su una sequenza temporale per interessare gli studenti. Alcuni genitori l’hanno accusata di razzismo. L’insegnante ha ricevuto minacce ed è stata “esfiltrata” dal suo istituto e dal dipartimento di Yvelines, dove insegnava ed è stato ucciso Paty. E’ stata l’intelligence a chiederle “di lasciare l’Île-de-France il prima possibile”, dice l’insegnante al Parisien. “Ho perso tutto, tutto ciò che ho costruito per dieci anni, ho molta paura per la mia vita”.

“Caroline L.”, una docente dell’Università di Aix-Marseille, ha ricevuto innumerevoli minacce di morte, accusata di “islamofobia”, per aver spiegato ai suoi studenti che “non c’è libertà di coscienza nell’islam”. In una scuola di Caluire-et-Cuire, Lione, uno studente ha minacciato un insegnante di “tagliargli la testa”. Un professore di Annecy è stato minacciato di “fare la fine di Paty” dai suoi studenti, trasferito e messo sotto protezione. Un insegnante di storia di Les Battières ha tenuto un corso sulla libertà di espressione a un quinta elementare. Minacciato di morte, l’insegnante è stato assegnato a un’altra scuola. Libertà di espressione? Dipende.

“La verità è che questo giornale satirico è solo” scrive ancora Guerrin su Charlie Hebdo. “La squadra disegna e scrive in un bunker, circondata da poliziotti, in una indifferente solitudine”. Un’indagine della Fondazione Jean Jaurès rivela che i francesi sono più aperti alla caricatura, alla libertà di espressione e alla rappresentazione della blasfemia. “Perfezioniamo” scrive Guerrin. “Se la caricatura riguarda la religione, le risposte diventano più tese. E se tocca l’islam e il suo Profeta, cominciano i guai. La sinistra rise finché Charlie Hebdo prese in giro il Papa e il suo gregge. Ride meno da quando ha iniziato ad attaccare Maometto e i suoi seguaci. Ecco come si diffondono su Charlie i ‘sì, ma’, i rifiuti degli intellettuali di apparire sulle sue pagine e perfino i ‘se l’erano cercata’. Il relativismo culturale provoca un cambiamento sorprendente”.

Intanto, in Iran, la pop star Amir Hossein Maghsoudloo, nome d’arte “Tataloo”, è stato condannato a morte con l’accusa di blasfemia. “L’imputato è colpevole di aver insultato il profeta Maometto”. Nel 1979 l’ayatollah Khomeini lasciò Parigi per andare a conquistare Teheran. Oggi le due città hanno almeno una cosa in comune, de iure o de facto: il divieto di critica dell’islam.

  • Giulio Meotti
  • Giulio Meotti è giornalista de «Il Foglio» dal 2003. È autore di numerosi libri, fra cui Non smetteremo di danzare. Le storie mai raccontate dei martiri di Israele (Premio Capalbio); Hanno ucciso Charlie Hebdo; La fine dell’Europa (Premio Capri); Israele. L’ultimo Stato europeo; Il suicidio della cultura occidentale; La tomba di Dio; Notre Dame brucia; L’Ultimo Papa d’Occidente? e L’Europa senza ebrei.

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