L'”incredibilmente assurdo” oro a Parigi 2024, i meriti di Julio Velasco, la Savino del Bene Scandicci come casa. Parla l’opposta della Nazionale italiana
Nella valigia per Parigi c’erano diversi libri mentre ora sta leggendo Murakami e riprendendo Michela Murgia. Ekaterina Antropova ha una voglia matta di conoscere e scoprire. Lo fa attraverso gli obiettivi della sua macchina fotografica, con i rullini portati a sviluppare, con gli studi in psicologia che un giorno vorrebbe essere fiera di aver terminato e con il volley. Non si finisce mai di migliorare, senza aspettative e con umiltà. Definisce “incredibilmente assurdo” quanto successo a Parigi, quell’oro nato sotto il segno del 17, suo numero preferito con il gate in direzione Francia che era proprio il 17. Consapevole di quanto fatto con la Nazionale prova a dare il suo apporto alla Savino del Bene Scandicci, casa dal 2021.
Venite dal k.o con Conegliano…
La partita non è andata come speravamo: loro sono una squadra ben formata sia livello di giocatrici che come sistema. Sanno cosa fare, da fuori il loro gioco è bello, affrontarle è complicato. Non siamo nel periodo migliore, soprattutto io, fisicamente. Dobbiamo imparare qualcosa, non siamo quello che abbiamo fatto vedere. Domani abbiamo una match importante per concludere bene la fase a gironi di Champions, è un altro degli obiettivi.
Come sta andando nel complesso?
Sono felice di come lavoriamo in palestra, il gruppo ha voglia di migliorare, nessuno si tira indietro. Dobbiamo ritrovare i nostri punti forti, focalizzarci sulle cose che sappiamo fare e aggiungere altro. Io potrei fare più pallonetti o migliorarmi in difesa: vorrei migliorare ovunque.
È consapevole della sua crescita? Pensa di essere tra le migliori opposte?
Sono una persona che non si aspetta quasi niente. Ho tante ambizioni, ma troppe aspettative ti limitano: faccio del mio meglio. Auto-eleggersi tra le migliori mi sembra eccessivo, soprattutto dopo la prestazione dell’altro giorno, lo lascio dire agli altri. Mi piace confrontarmi con gli altri ma soprattutto con me stessa, prendendo come riferimento vari periodi della carriera.
In Nazionale è arrivata alla vigilia dell’Europeo 2023, con la cittadinanza italiana concessa in extremis per meriti sportivi: ha patito questa attesa e le polemiche per la sua titolarità?
Non è stato bellissimo, questo non lo nego: ho aspettato, non avevo capacità di intervento. Mi sono concentrata su ciò che potevo cambiare cercando di non avere aspettative. Quando ti mettono in campo è una scelta e dai il massimo delle tue potenzialità. Per un po’ ho evitato i social, soprattutto verso la fine: in quel momento non serviva o forse andava a peggiorare un qualcosa. Lì ho iniziato il lavoro con la mental coach: ho fatto bene a fare questa scelta. Ho cercato di prendere le cose positive. Era la mia prima estate, ero felice di poter finalmente giocare e confrontarmi con diverse squadre.
Poi Velasco, cosa l’ha colpita?
Ha le idee chiare e le trasmette in modo chiaro. Noi dalla panchina, sapevamo quale era il nostro ruolo. Facendo il doppio cambio entravo in battuta: sapevo su cosa concentrarmi.
Ha realizzato l’oro di Parigi? Ha vinto la medaglia con un’amica come Lubian…
È strano essere la persona con la medaglia, però sì. A Parigi c’erano mia mamma e il mio patrigno e ho subito scritto a mio papà per dirgli di questa cosa incredibilmente assurda. Per me e Marina è stato unico, essere con qualcuno che capisce quello che vivi è bello. Sono felice e grata.