Il calcio che sfida la logica: Juve giovane, Napoli senza Kvara e la Serie A che ribalta ogni previsione

Il campionato si conferma imprevedibile e le certezze di inizio stagione si dissolvono in fretta. Dalla rinascita dei giovani bianconeri al caos nella squadra di Conte, la lotta per lo scudetto si fa più incerta

Com’è balordo il calcio. Riprendendo in mano gli articoli tardoestivi, a ridosso delle prime giornate di Serie A, pare trascorso un secolo da quando veniva magnificato il vanolismo: ovvero la presunta visione del calcio in capo all’allenatore del Torino, sorpresa positiva di quelle settimane, caduta di schianto al momento dell’infortunio di Duván Zapata. Erano i giorni in cui la Roma veniva accreditata del miglior colpo di mercato, ovvero Matías Soulé, che adesso fatica a vedere il campo; e la Fiorentina si godeva l’unica doppietta di Albert Guðmundsson, attualmente abulico tra infortuni e ricerca di una propria posizione. Queste note stonate sono solo alcuni casi di come il torneo si incarica di stracciare la carta dei pronostici e i resoconti di cronaca invecchiati male, confermandosi film da seguire sì, per carità, ma i cui caratteri troveranno piena lettura solo ai titoli di coda.




Inevitabile che l’ultimo weekend abbia concentrato l’attenzione collettiva nei due scontri più pregnanti, il classico storico tra Juventus e Milan (poco decisivo per l’alta classifica) e il ben più denso Atalanta-Napoli. La franca vittoria bianconera, maturata nel secondo tempo dopo 45 minuti di equilibrio, porta il graffio dei ragazzini: Samuel Mbangula è più di un’alternativa, come Tim Weah non è una riserva, Kenan Yıldız solida realtà e Vasilije Adžić il prossimo in rampa di lancio. Da quanti anni in casa Juve ciò non era possibile accadesse? Eppure nel dna, fin dagli anni Settanta di Giovanni Trapattoni, era tradizione dragare il mercato – allora interno – per investire di fiducia il meglio degli Under, facendoli debuttare da titolari e difendendoli a spada tratta per la loro crescita.




Non è data alcuna certezza relativa a Thiago Motta, se supererà indenne la serie di pareggi e le critiche delle vedove allegre: ma appare chiaro che questa, nel tempo, è l’unica via che può pagare in quella sorta di Youth League del campionato inglese che è diventata la Serie A. Dopo Riccardo Calafiori e Sandro Tonali, prepariamoci forse a perdere anche Andrea Cambiaso: per i ragionieri sarà una plusvalenza a bilancio, per la squadra campione d’Inghilterra l’esterno totale da cui ripartire, anche a cifre insostenibili. Alle nobili decadenti di queste parti, invero, non rimarrà che arruolare gli Emerson Royal di turno, sperando almeno di azzeccare il loro ruolo, se non in prestazioni all’altezza del blasone (o della mera decenza, in qualche caso).




A proposito di trading senza fair play finanziario ma consenzienti alle voglie degli sceicchi, l’harem di Parigi ha accolto Kvicha Kvaratskhelia, fuggito quasi clandestinamente dalla notte napoletana, previo passaggio in incognito al muro “di” Maradona: forse nessuno come la tifoseria partenopea vive in maniera filosofica, figlia di Luciano de Crescenzo, l’esplosione di un amore (i goal del georgiano alla sua prima in A, stadio Bentegodi) e la sua rapida quanto pelosa conclusione. Ma a leggere le reazioni espresse, dal “cassettone” del giallista Maurizio de Giovanni agli insider mediatici della società, è evidente come tutti abbiano ragione: un addio del genere è proprio una nota stonata, un errore di digitazione nel pianoforte, peggiorato dalla toppa di comunicazioni video piene di sentimento posticcio e nessuna parola di giustificazione, da tanto è palmare alla collettività.




Se avesse voluto rimanere, logicamente, sarebbe rimasto anziché trascinarsi da luglio e giocattolare a intermittenza. Ma tutto questo Antonio Conte lo sa, e se ne fa virtù: la pesantissima vittoria di Bergamo toglie di mezzo, forse definitivamente, l’Atalanta da una lotta per lo scudetto alla quale non è ancora del tutto pronta (prova ne sia il duello rusticano tra Romelu Lukaku e Isak Hien). Ma soprattutto rinvigorisce nel morale la squadra azzurra, che rimpiazzi o meno l’ala decollata: un primato che reca le insegne di Giovanni Manna, abile a strappare Scott McTominay al Manchester United, oggi fattore primo delle vittorie, e pure Alessandro Buongiorno che sta per tornare. Se si considera che fra le più grandi abilità è far giocare bene i compagni di squadra, alla voce André-Frank Zambo Anguissa, il compito dell’Inter prima inseguitrice non passerà solo dall’eventuale esito positivo nel recupero della non facile trasferta di Firenze. Ma questa, quando sarà, dirà comunque molte cose alla sceneggiatura del film stagionale.

Di più su questi argomenti:

Leave a comment

Your email address will not be published.