L’Italia è a rischio crescita zero. La presidente del Consiglio è chiamata a gestire senza complottismi uno scenario che potrebbe essere peggiore del previsto. Serve una mossa sul tema Pnrr
Alla fine di gennaio, l’Istat si esprimerà rispetto alla crescita effettiva del 2024 e si capirà con chiarezza se la crescita zero, quella degli ultimi due trimestri, è solo un’ipotesi astratta o è qualcosa di reale. La crescita, come si è capito, diventerà nel corso dei mesi uno dei temi numero uno del governo e sarà interessante capire se Meloni riuscirà ad adottare un registro diverso dal passato, se sarà cioè in grado in modo agevole di governare senza complottismo uno scenario in cui le cose potrebbero andare meno bene del previsto.
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Quello su cui però la destra dovrà mostrare maturità senza usare l’arma del complottismo è un tema sparito progressivamente dal cuore del dibattito pubblico del paese. E quel tema riguarda il Pnrr. Senza Pnrr, non ci sono riforme. Senza Pnrr, non c’è crescita. Senza Pnrr, non c’è futuro. Senza Pnrr, non c’è affidabilità. Il ragionamento è logico ma i numeri che ormai il governo non può più nascondere raccontano una verità diversa. Una verità da cui emerge che l’Italia negli ultimi anni si è molto interessata a ricevere più soldi possibili dall’Europa ma si è poco appassionata a come spendere quei soldi. Soldi ricevuti finora: 122 miliardi. Soldi spesi: 62 miliardi. Cercasi sveglia al governo, con urgenza.