La titolare del Turismo è indagata con l’accusa di concorso in falso in bilancio, relativa alle comunicazioni sociali dell’azienda di cui è stata fondatrice, prima di cedere le quote. La decisione del tribunale potrebbe avere anche ricadute politiche
Daniela Santanchè va a processo per falso in bilancio. Lo ha deciso questa mattina la gup di Milano Anna Magelli. Al centro dell’inchiesta la vicenda dei conti Visibilia Editore, di cui Santanchè è stata fondatrice prima di cedere le quote nel 2022.
”È una decisione che ci aspettavamo, ma che lascia l’amaro in bocca. Dimostreremo nel processo l’estraneità della ministra alle accuse”, ha commentato a caldo Nicolò Pelanda, difensore di Santanché, “Siamo pronti a dimostrare la sua estraneità”. Il processo inizierà il 20 marzo.
In particolare, la ministra meloniana – indagata insieme ad altre persone legate alla società, tra cui il compagno Dimitri Kunz, la sorella Fiorella Garnero e la nipote Silvia Garnero, l’ex compagno della ministra Canio Giovanni Mazzaro – era accusata di presunti bilanci truccati per sette anni, tra il 2016 e il 2022, per nascondere “perdite” milionarie ed evitare il fallimento al gruppo Visibilia.
Le opposizioni intanto vanno all’attacco. La segretaria del Pd Elly Schlein: “Appena una settimana fa Giorgia Meloni diceva di voler aspettare la decisione della magistratura: ora è arrivata. Non può più continuare a far finta di niente. Daniela Santanchè si dimetta. E Giorgia Meloni deve pretendere le sue dimissioni”. Per Nicola Fratoianni, “chi rappresenta lo Stato non può stare in una condizione del genere”. Il M5s, per bocca del capogruppo in Senato Stefano Patuanelli fa sapere: “Se non si dimette siamo pronti a una seconda mozione di sfiducia”.
Santanchè si è sempre professata innocente, ma questo rinvio a giudizio potrebbe avere ripercussioni anche politiche. A proposito del possibile rinvio a giudizio della sua ministra e delle potenziali dimissioni, in conferenza stampa la scorsa settimana la premier Giorgia Meloni aveva detto: “Sulla Santanchè vediamo, non sono la persona che giudica queste cose prima che accadano, per cui vediamo che cosa deciderà la magistratura e poi ne parlerò ovviamente col ministro Santanchè“.
Non è questa tuttavia l’unica grana giudiziaria per la ministra. Il 29 gennaio è infatti attesa un’altra pronuncia, quella della Cassazione, che stabilirà la competenza territoriale, tra Roma e Milano, per il caso legato alla cassa integrazione in Visibilia durante il periodo Covid. L’accusa è di truffa aggravata ai danni dell’Inps. Infine Santanché è indagata per bancarotta dopo il fallimento di Ki Group srl – azienda di cui la ministra è stata a capo. Il suo futuro la ministero passerà anche da questi sviluppi.