Il presidente del comitato militare della Nato Cavo Dragone: “Bisogna spendere di più per la Difesa”

L’ammiraglio da oggi è il presidente dell’organo dell’Alleanza atlantica: “La pace e la sicurezza non sono gratis. Siamo già in ritardo”

Un appello a non perdere altro tempo. A investire più risorse nella Difesa, perché la pace e la sicurezza non sono gratis. E’ il messaggio mandato dall’ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone, da oggi presidente del comitato militare della Nato. L’ex capo di stato maggiore della Difesa in un’intervista al Corriere della sera ha tracciato un quadro di quali dovrebbero essere le priorità a livello europeo, di quale sia il contributo che possono dare i paesi membri dell’Alleanza atlantica, alla vigilia di una presidenza Trump che agli alleati chiede di fare la loro parte, arrivando almeno all’obiettivo del 2 per cento del pil per le spese militari. “Devo essere sincero. Nei tempi e nei modi lo vedremo, tuttavia in linea di massima il presidente Trump ha le sue ragioni. Dobbiamo spendere di più. Prima ancora, spendere meglio. I Paesi membri della Nato e dell’Unione europea hanno 172 sistemi di arma differenti. Gli americani 35. Non adottando economie di scala noi spendiamo molto di più. Difendiamo a spada tratta la nostra sovranità industriale, sbagliando. Le nostre industrie sono in ritardo“, dice Cavo Dragone. Insistendo sulla necessità di cambiare rotta. Anche perché oggi, spiega ancora l’ammiraglio, “si ripete una minaccia analoga, se non peggiore, a quella che c’era durante la Guerra fredda. Logica vorrebbe che si ritornasse a determinati valori di impegno. Vedremo come, a seconda delle nazioni, però questo è un dato di fatto. Perché la minaccia c’è. L’abbiamo alle porte di casa, è in Europa. Siamo in ritardo. Avremmo dovuto essere più previdenti e dobbiamo risalire una china”.

“Abbiamo vinto la Guerra fredda e quando era in corso i Paesi europei della Nato spendevano in media il 3 per cento del Pil”, prosegue Cavo Dragone nella sua analisi. “Scoppiata la pace, forse ci siamo un po’ seduti. Se dai primi anni Novanta avessimo continuato a destinare alla difesa il 3 per cento dei Pil avremmo speso 8.600 miliardi di euro in più. Sono andati ad altro tipo di uscite. Temo sia stato un errore: adesso siamo in ritardo“. Il segretario generale della Nato Mark Rutte, ha concluso poi l’ammiraglio, “parla di mentalità di guerra. Potrà farci paura, ma sicuramente non potremo avere una mentalità di pace. Non so come possiamo chiamarla per essere politicamente corretti, però non più una mentalità di pace. Perché vediamo che cosa ha generato adesso”.

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