Mi sono convinto che il mondo, il nostro piccolo mondo amabile, sia finito con la lira e con “50 Special” dei Lunapop. Insieme alla sovranità monetaria, al vinile, all’analogico
Noi siamo i postumi. Luca Sanjust, signore di Petrolo (fra parentesi l’unica cantina il cui vino è stato premiato da tutte le principali guide italiane del vino), mi scrive: “Il mondo come lo amiamo noi è finito nel momento in cui Tiepolo ha appoggiato per l’ultima volta il pennello sulla tavolozza e Mozart il pennino intriso d’inchiostro sull’ultima pagina del Requiem”. Io mi impongo di essere ottimista, valorizzo altri due secoli e poi però analogamente alzo le braccia, essendomi convinto che il mondo, il nostro piccolo mondo amabile, sia finito con la lira e con “50 Special” dei Lunapop. Che sia finito nel 1999 insieme alla sovranità monetaria, al vinile, all’analogico. Credo pertanto che questa rubrica, ormai annosa e però nata nel ventunesimo secolo, sia postuma, che io stesso sia postumo, che il signore di Petrolo sia postumo e che perfino Cesare Cremonini, pur potendo scrivere altre canzoni belle, pur potendo riempire altri stadi enormi, sia postumo. Siamo tutti postumi anche se pochi lo sanno (come dice un altro amico i numeri non li vuole conoscere nessuno perché i numeri, le statistiche demografiche ed economiche, non consentono illusioni). Vivere da postumi è possibile e cinquanta milioni di italiani lo dimostrano. Ma forse “vivere” è una parola grossa.