Un satellite per Aria. Il bando per le reti lombarde si può guardare con attenzione e senza paura

Vale 6,5 milioni di euro la piccola gara sperimentale nata per superare la realtà del digital divide. Iniziativa verso cui molte aziende del settore stanno mostrando interesse, oltre lo spettro di Musk

Quando al Pirellone hanno scoperto che potrebbe essere Regione Lombardia a tirare la volata in Italia a Elon Musk, col suo progetto Starlink, hanno sgranato gli occhi. Reazione istintiva ma un po’ esagerata, insomma tipica dei politici italiani, perché le cose non stanno esattamente così. Opposizione permettendo. Ma è ben vero che nemmeno in maggioranza nessuno conosceva i dettagli dell’operazione. Perché, per evitare scontri e ripicche tra Lega e Fratelli d’Italia, ormai anche in Lombardia vige la logica dei compartimenti stagni.

Protagonista del “coupe de theatre” è stata Aria spa, la società che gestisce gli appalti della Regione, presieduta da Marco Ambrosini, quota FdI e filo diretto col sottosegretario Alessio Butti e con Giorgia Meloni dal 2019, quando, ancora con la tessera della Lega in tasca, si era presentato a una cena organizzata in onore della leader di FdI. Manager, gran navigatore, pronto ad alzare le vele col vento in poppa e ad abbassarle in vista della buriana. Già amministratore unico del Casinò di Campione (sull’orlo del fallimento), poi in Fiera Milano e alla Nolostand prima che la procura di Milano la commissariasse per infiltrazioni mafiose (Ambrosini è estraneo alla vicenda giudiziaria). Oggi, dopo la nascita (tormentata) di Aria che con la fusione di Arca (Azienda regionale centrale acquisti), Lombardia Informatica e Infrastrutture Lombarde – il presidente di Aria si trova a gestire grandi appalti, in cui rientra anche la (piccola) gara, sperimentale, il valore è 6,5 milioni di euro, appena bandita che riguarda le coperture satellitari nelle comunicazioni regionali, e dubnque potrebbe chiamare in causa anche la Starlink, la società di Musk.

Ambrosini, in una nota, ha spiegato l’iniziativa come una necessità: “L’accesso a siti e servizi digitali di qualità è un diritto da garantire a tutte le persone che desiderano farne uso. L’obiettivo di Aria e Regione Lombardia, in stretta sinergia con il dipartimento per la Trasformazione digitale, è superare la realtà del digital divide e siamo orgogliosi di fare ancora una volta da apripista e poter contribuire, in prima linea, alla realizzazione della Strategia nazionale per la banda ultra larga 2023-2026”. Un passaggio importante, insiste il direttore generale dell’azienda, Lorenzo Gubian (viene dalla sanità veneta), che ha “l’obiettivo di aumentare la connessione ad alte prestazioni nei territori”. Si tratterebbe dunque di “un’occasione strategica per la Regione Lombardia che ha l’obiettivo di fornire una copertura globale nelle aree rurali e remote, dove la connettività internet è spesso inaffidabile o inesistente”.

Fin qui i proclami dei fautori. Dall’altro lato c’è il muro di critiche dell’opposizione. Da parte del Pd, dietro l’evocazione dello spettro di Musk, c’è l’idea che sia preferibile insistere sulla fibra, più veloce, quando arriva, e tecnologicamente affidabile rispetto alla sperimentazione del satellite. Vale la pena vedere più nel dettaglio il progetto.

“Il bando si rivolge a una vasta platea di aziende che operano nei settori delle telecomunicazioni e delle tecnologie satellitari, con l’obiettivo di selezionare operatori capaci di fornire soluzioni innovative per la connettività a banda ultralarga”. In particolare – fanno sapere da Aria – l’iniziativa è indirizzata a operatori con esperienza nel campo delle reti satellitari, sia in orbite geostazionarie che a bassa quota, ideali per raggiungere aree difficilmente servibili con infrastrutture terrestri tradizionali. Quindi nessun sospetto di chiavi in mano a Musk, e al momento si tratta di una sperimentazione. Inoltre l’inclusione di operatori tecnologici specializzati in soluzioni ibride — che combinano componenti satellitari e terrestri per garantire stabilità, resilienza e velocità — sottolinea la volontà di adottare un approccio integrato.

Inoltre, si spiega, il progetto rientra nella Strategia Nazionale per la Banda Ultra Larga 2023-2026 e mira a realizzare una sperimentazione avanzata di reti ibride, combinando l’innovazione delle infrastrutture satellitari con quelle terrestri, come la fibra ottica e le reti wireless fisse (Fwa – fixed wireless access). Saranno possibili associazioni temporanee d’impresa, è un’altra domanda aperta? “E’ consentita la partecipazione in forma singola o associata, inclusi consorzi e raggruppamenti temporanei d’impresa, per ampliare la platea di candidati idonei a soddisfare i requisiti tecnologici ed economici”, la risposta”.

Gli obiettivi sono ambiziosi in un settore dove l’Italia ha molto da imparare, tanto che Roberto Cingolani ad di Leonardo (che ha incontrato nei giorni scorsi la premier) ha ricordato a questo giornale che “sui satelliti l’Italia è indietro. SpaceX può aiutare”. Vedremo se il cavallo scelto da Regione Lombardia riuscirà a tagliare il traguardo. Le aziende del settore mostrano interesse e non solo Wind Tre (cfr il Foglio di sabato scorso), anche quelle che forniscono servizi in rete come Eolo, mostrano attenzione: “Ben venga l’apertura a nuove tecnologie – dice al Foglio Guido Garrone, ad dell’azienda di Busto Arsizio – ma è essenziale che valgano le stesse regole per tutti gli attori coinvolti, favorendo lo sviluppo di un mix tecnologico per raggiungere gli obiettivi di digitalizzazione del paese. La nostra tecnologia Fwa sta già portando connettività al di fuori dei principali centri urbani, con quasi 700 mila utenze tra famiglie, imprese e pubbliche amministrazioni. Eolo, con più di 600 dipendenti e un indotto di 17 mila addetti in Italia, serve in Lombardia oltre 160 mila clienti e migliaia di aziende, dimostrando come la nostra rete stia svolgendo un ruolo complementare alla fibra ottica”.

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