Ieri è stata la volta della scuola. Ma prima c’erano stati gli annunci sui tour nelle fabbriche abbandonate, negli ospedali e nelle aree interne. Grandi mobilitazioni annunciate, ma rimaste senza conseguenze
Siamo arrivati al punto che se ci chiedessero: “Che cosa desideri di più al mondo?”, noi risponderemmo senza esitazione: “Vedere Elly Schlein che, dopo averla annunciata, fa qualcosa. Qualunque cosa”. O anche “una cosa qualunque”. Così ci ha ridotto la stessa segretaria del Pd a forza di annunciarci grandi mobilitazioni del suo partito. Tipo il grand tour dell’Italia depressa o quello delle aree interne o quello delle fabbriche abbandonate. Ella, cioè Elly, s’impegna infatti all’incirca in una grande battaglia al mese. Il che ha questo di insidioso: è un continuo annuncio, senza però conseguenze. Il massimo del movimento con il minimo dello spostamento. Ieri è toccato alla scuola, per dire. Conferenza stampa. Fanfare e trombette. Annuncio bellissimo. Ed è bello anche lo slogan: “Un paese che non crede nella scuola non crede nel suo futuro”. Brava bravissima. Tutti nelle scuole! Il che è un po’ come quando, a novembre, Schlein annunciava il suo presidio in tutti gli ospedali d’Italia: “Il Pd non resterà a guardare lo smantellamento della sanità pubblica”. Parole sante. Poi però venne il Natale, santo anch’esso. E dunque ella, cioè Elly, sparì per settimane inghiottita dalle ferie (e dal panettone). Sicché negli ospedali non s’è vista. Ecco. Appena un mese prima, a ottobre, era invece il tempo della mega battaglia sui paesini di montagna. Com’è andata a finire ve lo immaginate. E chi se lo ricorda più? A giugno infine c’era stata la promessa dell’estate militante. “Batteremo l’Italia ombrellone per ombrellone”. Alla fine fu l’estate in cui Schlein si prese la più lunga vacanza della storia della Repubblica e forse del regno. Letteralmente sparì, tanto che nel Pd telefonavano a “Chi l’ha visto”.