Il leader della Lega e titolare del Mit evita il question time, al suo posto risponde il ministro Ciriani. “Ritardi in linea con gli altri anni. Una riduzione delle corse? In corso approfondimenti”. Intanto Fs presenta un esposto dopo il caos di questi giorni. E Salvini: “Sabotaggio? Sarebbe gravissimo, risposte rapide. Pronto a riferire in Parlamento”
Sul divanetto del Transatlantico Luca Ciriani sorride. Gli tocca la difesa d’ufficio: “Ho già sostituito altri ministri e poi questo è un question time fuori sacco”. Si chiamano così in gergo. “Di quelli programmati con poco preavviso. Salvini aveva altri impegni programmati. Ma – assicura – verrà presto per un’informativa”.
Il leader della Lega, il ministro dei Trasporti e dei treni ha deciso di disertare il question time sui disagi ferroviari. Ce ne sono stati anche oggi tra Roma e Firenze (e non solo). Poco prima dell’appuntamento a Montecitorio, Salvini stava incontrando i ristoratori Fipe – la Federazione italiana degli esercenti – per raccontare i successi del nuovo Codice della strada e per ribadire che quelle sull’aumento dei limiti alcolici “sono fake news”. Così al suo posto, a rispondere sui problemi delle ferrovie italiane, ci va il ministro dei rapporti con il Parlamento. “I ritardi – spiega Ciriani, davanti a una Camera praticamente deserta – sono in linea con quelli degli scorsi anni”. Insomma si tratta di “un problema di percezione”, replicherà poco dopo l’interrogante Giulia Pastorella di Azione: “Quindi i cittadini si stanno immaginando i disagi, va tutto bene, siamo nella media”. Nel suo intervento il Ciriani-Salvini mette in fila i dati, garantisce l’impegno del governo, gli interventi del Pnrr. Nei giorni scorsi era stata anche ipotizzata una riduzione delle corse per far fronte alle care infrastrutturale della rete. “I dati relativi ai treni circolanti tra il 2022 e il 2024 evidenziano un incremento complessivo da 8.634 a 8.920 treni al giorno, un aumento del 3,2 per cento. Quelli dell’alta velocità sono aumentati del 12,2 per cento. Per questa ragione – annuncia Ciriani – sono in corso approfondimenti per la rimodulazione e razionalizzazione dell’offerta”.
Poco dopo la fine del question time riappare Salvini, è al Mit, negli ultimi giorni è un po’ il suo bunker: sta incontrando il suo omologo della Repubblica ceca. Mentre per domani è convocato il Consiglio federale della Lega, all’ordine del giorno, tra le altre cose, l’analisi della situazione politica in vista delle amministrative 2025. C’è anche la questione Zaia, il terzo mandato e FdI che vuole il Veneto, ad agitare i pensieri del vicepremier leghista.
I treni invece, soprattutto in questa fase, non sono esattamente la sua passione. Un giro sui suoi social lo conferma. Ultimamente ne ha parlato soltanto per dire che i disagi sono colpa dei governi precedenti. Oppure, ed è questo il fatto nuovo, per dare forza ai sospetti delle Ferrovie dello stato. Questa mattina infatti il gruppo Fs ha presentato un esposto alla Digos, “alla luce dell’ennesimo incidente anomalo sulla rete e di un elenco di circostanze altamente sospette”. In base alle quali, si legge nella denuncia visionata dal Foglio, “si ritiene non si possa escludere in radice l’ipotesi che si tratti cli una situazione connessa ad attività interne e/o esterne volutamente mirate a colpire gli asset aziendali con la finalità di destabilizzare, anche a livello istituzionale e governativo”.
Sono parole pesanti, che evocano quasi una sorta di complotto. Le carte sono ora nelle mani dei pm di Roma che decideranno se e come agire, anche in base alla competenza territoriale. Ma nel frattempo la Lega non perde tempo. Dopo l’annuncio di Fs, i capigruppo di Camera e Senato, Romeo e Molinari, rilanciano subito. “I guasti sulla rete ferroviaria sono stati puntuali”, scrivono in un passaggio della nota congiunta che per i termini utilizzati sembra quasi ironica. Il carico poi lo metterà lo Salvini nel tardo pomeriggio. “Sabotaggi? Auspico risposte inequivocabili e rapide, perché sarebbe gravissimo fare battaglia politica sulla pelle di lavoratori e pendolari”, attacca il segretario del Carroccio, confermando poi di essere “pronto ad andare a riferire in Parlamento”. Ma, calendario alla mano, potrebbe farsi attendere ancora. Per l’informativa bisognerà aspettare infatti qualche giorno, forse di più. “La prossima settimana – ha precisato Luca Ciriani – ci sono già tre ministri. Per fissare una data bisogna aspettare la riunione dei capigruppo”.