Maduro giura imperterrito dopo il breve arresto della leader dell’opposizione

Senza presentare i verbali per dimostrare la vittoria si è presentato per la cerimonia che lo ha confermato alla guida del paese. Gli Usa intanto hanno aumentato a 25 milioni di dollari la ricompensa per la sua cattura, mettendolo a livello di Osama bin Laden

Nicolás Maduro ha giurato ieri davanti all’Assemblea nazionale del regime per un nuovo mandato da presidente, malgrado le ampie critiche internazionali e senza aver presentato i verbali per dimostrare la sua vittoria che gli avevano chiesto anche i governi di sinistra di Brasile, Messico e Colombia. Come risposta, gli Stati Uniti hanno aumentato la ricompensa per la cattura di Nicolás Maduro e Diosdado Cabello a 25 milioni di dollari, mettendoli al livello di terroristi come Osama bin Laden e Ayman al Zawahiri di al Qaida. Anzi, è stata istituita una nuova ricompensa fino a 15 milioni di dollari per informazioni sul ministro della Difesa, Vladimir Padrino López, a lungo risparmiato nella speranza che potesse esercitare un ruolo di mediazione,


Il tutto dopo che giovedì c’era stata una giornata di massicce proteste culminate nell’arresto della leader della opposizione, María Corina Machado, che è stata poi rilasciata dopo circa un’ora. Erano 133 giorni che María Corina Machado si trovava in clandestinità, dopo aver partecipato il 28 agosto a un’altra grande manifestazione. L’opposizione ha confermato che, al termine di un raduno a Chacao, quartiere di Caracas, “è stata intercettata con violenza” e, circa un’ora dopo, è stata rilasciata. “Il personale del regime ha sparato alle motociclette che la trasportavano”, ha denunciato il partito della Machado Vente Venezuela in un primo post, aggiungendo poco dopo che era stata “intercettata e abbattuta” e che, nell’evento, “si è sparato con armi da fuoco”. Uno dei suoi accompagnatori sarebbe stato ferito. Circa un’ora dopo ha aggiunto che dopo essere stata presa “e trattenuta con la forza” “è stata costretta a registrare un video ed è stata successivamente rilasciata”. “Non mi sono mai sentita così orgogliosa in vita mia. La gente è scesa in piazza in tutto il Venezuela”, ha detto, arrivando nel luogo dove migliaia di persone l’aspettavano da ore.



Attraverso il procuratore generale Tarek William Saab il regime ha respinto le accuse, e ha affermato che si è trattato di una “un’operazione psicologica disastrosa per scatenare atti di violenza in un momento in cui il paese si sta preparando all’insediamento del presidente della Repubblica, Nicolás Maduro Moros, nel periodo 2025-2031”. Ha pure descritto gli eventi come una “mediocre operazione sotto falsa bandiera” e ha affermato che una “piattaforma che risponde agli interessi degli apolidi” ha diffuso la “falsa” notizia secondo cui María Corina Machado era stata “intercettata e arrestata”. Secondo Saab, questa azione sarebbe stata organizzata da “leader di estrema destra” sia all’interno che all’esterno del Venezuela, che avrebbero “premeditato e coordinato a livello internazionale” questa presunta manovra per “seminare caos e violenza” e distogliere l’attenzione da quello che il regime considera un “giorno di gioia” per il paese.


Almeno 17 manifestanti sono stati però arrestati dopo la protesta. Nel frattempo, Maduro ha annunciato mercoledì che “più di 150 mercenari stranieri” sono stati arrestati negli ultimi mesi nel paese, affermando che erano persone legate a presunti piani per “piazzare bombe, attaccare e distruggere”. Secondo le dichiarazioni trasmesse dalla televisione statale Venezolana de Televisión, tra gli arrestati ci sono cittadini americani, ucraini e colombiani. A parte il voler denunciare supposti complotti golpisti, si tratta di una politica degli ostaggi di tipo iraniano, che si accanisce su stranieri presenti in Venezuela per i motivi più svariati.



In molti luoghi le forze dell’ordine hanno provato a reprimere la folla dei manifestanti con gas lacrimogeni. Ma in molti casi si sono invece ritirate. Anche González Urrutia ha espresso il suo orgoglio per le numerose dimostrazioni di sostegno ricevute in Venezuela e all’estero. La sua intenzione annunciata era di rientrare in Venezuela per giurare a sua volta, sfidando la taglia da 100 mila dollari posta su di lui. Maduro ha anticipato la sua cerimonia di varie ore, appunto per fare prima. Ma l’opposizione assicura che anche González Urrutia giurerà a sua volta. “Oggi iniziamo una nuova tappa in questa lotta per la libertà del Venezuela. Dobbiamo far sentire una condotta permanente e attiva di resistenza democratica, finché non saranno rispettate la Costituzione nazionale e soprattutto la sovranità popolare”, sottolinea un documento pubblicato dopo il giuramento di Maduro.

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