L’arresto lampo di María Corina Machado, nel giorno del “doppio” insediamento in Venezuela

Oggi si insedia Maduro, ma giurerà da presidente anche il capo dell’opposizione in esilio, González Urrutia. Il regime nega di avere fermato la leader dell’opposizione: “Una mediocre operazione sotto falsa bandiera”. Ma intanto prosegue la sua politica degli ostaggi di tipo iraniano

La leader della opposizione venezuelana María Corina Machado è stata arrestata e poi rilasciata dopo circa un’ora, durante la giornata di massicce proteste che ha preceduto la data in cui deve giurare per il suo nuovo mandato Nicolás Maduro, e ha annunciato che giurerà anche Edmundo González Urrutia. Ma il regime assicura che sarebbe stata una “false flag” e una provocazione. Erano 133 giorni che María Corina Machado si trovava in clandestinità, dopo aver partecipato il 28 agosto a un’altra grande manifestazione. L’opposizione ha confermato che, al termine di un concentramento a Chacao, quartiere di Caracas, “è stata intercettata con violenza” e, circa un’ora dopo, è stata rilasciata. “Il personale del regime ha sparato alle motociclette che la trasportavano”, ha denunciato il partito della Machado Vente Venezuela in un primo post, aggiungendo poco dopo che la leader dell’opposizione era stata “intercettata e abbattuta” e che, nell’evento, “si è sparato con armi da fuoco”. Uno dei suoi accompagnatori sarebbe stato ferito. Circa un’ora dopo ha aggiunto che dopo essere stata catturata “e trattenuta con la forza”, Machado “è stata costretta a registrare video ed è stata successivamente rilasciata”. Il riferimento è a un video che ha iniziato a circolare durante la sua prigionia, in cui la si vede parlare alla telecamera e dire che sta bene. Qualcuno sostiene che sia una montatura, un video realizzato con l’uso dell’intelligenza artificiale.

A più di quattro mesi dalla sua ultima apparizione pubblica e un giorno prima dell’insediamento presidenziale, Machado era apparsa in strada, come aveva promesso ai suoi seguaci martedì scorso durante una conferenza stampa virtuale per rivendicare, ancora una volta, la vittoria dell’opposizione alle elezioni del 28 luglio. “Non mi sono mai sentita così orgogliosa in vita mia. La gente è scesa in piazza in tutto il Venezuela”, ha detto, arrivando nel luogo dove migliaia di persone l’aspettavano da ore. Ha anche affermato che i prossimi giorni saranno “storici e decisivi per la libertà” del Venezuela, come parte di un “impressionante” movimento cittadino. “Da oggi siamo in una nuova fase. Ci siamo preparati per questi giorni e queste settimane”, ha detto alla folla. “Tutta questa forza che abbiamo costruito e che cresce ogni giorno ci prepara a concludere questa fase finale”. “Se mi succede qualcosa, le istruzioni sono molto chiare (…), nessuno negozierà la libertà del Venezuela per la mia libertà”, aveva pure detto in un’intervista all’agenzia di stampa Afp.

“Oggi, le persone coraggiose hanno dimostrato come SUPERARE la paura! Non mi sono mai sentito così orgoglioso di essere venezuelano. Grazie, grazie a tutti i cittadini che sono scesi in piazza per rivendicare la nostra vittoria il 28 luglio e per RIVENDICARLA!”, ha scritto su X Machado dopo essere tornata in libertà. “Il mio cuore è rivolto al venezuelano che è stato colpito quando le forze repressive del regime mi hanno arrestato. Ora sono in un posto sicuro e più determinato che mai a continuare con te FINO ALLA FINE!”. “Domani vi racconterò cosa è successo oggi e cosa succederà. Il Venezuela sarà LIBERO! GLORIA AL POPOLO CORAGGIOSO!”.

Attraverso il procuratore generale, Tarek William Saab, il regime ha respinto le accuse, e ha affermato che si è trattato di una “un’operazione psicologica disastrosa per scatenare atti di violenza in un momento in cui il Paese si sta preparando all’insediamento del Presidente della Repubblica, Nicolás Maduro Moros, nel periodo 2025-2031”. Ha pure descritto gli eventi come una “mediocre operazione sotto falsa bandiera” e ha affermato che una “piattaforma che risponde agli interessi degli apolidi” ha diffuso la “falsa” notizia secondo cui María Corina Machado era stata “intercettata e arrestata”. Secondo Saab, questa azione sarebbe stata organizzata da “leader di estrema destra” sia all’interno che all’esterno del Venezuela, che avrebbero “premeditato e coordinato a livello internazionale” questa presunta manovra per “seminare caos e violenza” e distogliere l’attenzione da quello che il regime lo considera un “giorno di gioia” per il paese.

Almeno 17 manifestanti sono stati però arrestati dopo la protesta. Il vicepresidente della Ong venezuelana Foro Penal, Gonzalo Himiob, ha riferito che gli arresti sono stati registrati negli stati di Zulia, Distrito Capital, Carabobo, Lara, Trujillo, Portuguesa e Yaracuy. L’organizzazione ha inoltre dichiarato che sta indagando su altre segnalazioni di arresti negli stati di Cojedes e Bolívar, anche se queste non sono state ancora confermate. Nel frattempo, il dittatore venezuelano Nicolas Maduro ha annunciato mercoledì che “più di 150 mercenari stranieri” sono stati arrestati negli ultimi mesi nel paese, affermando che erano persone legate a presunti piani per “piazzare bombe, attaccare e distruggere”. Secondo le dichiarazioni trasmesse dalla televisione statale Venezolana de Televisión, tra gli arrestati ci sono cittadini americani, ucraini e colombiani. A parte il voler denunciare supposti complotti golpisti, si tratta di una vera e propria politica degli ostaggi di tipo iraniano, che sui accanisce su stranieri presenti in Venezuela per i motivi più svariati. In molti luoghi le forze dell’ordine hanno provato a reprimere la folla dei manifestanti con gas lacrimogeni. Ma in molti casi si sono invece ritirate. La Machado ha condiviso sui social media delle immagini che mostrano una ragazza che saluta i soldati nelle strade di San Cristóbal, Táchira, e un’altra minorenne che abbraccia una donna della Guardia Nazionale Bolivariana a Tovar, nello stato di Mérida. In precedenza, aveva anche riferito che a Mérida la polizia aveva preso il controllo del punto di ritrovo designato in Avenida Las Américas, ma nonostante ciò, la gente si è presentata e la sicurezza si è “ritirata”. “Niente è impossibile se lavoriamo insieme”, ha sottolineato.

Anche González Urrutia ha espresso il suo orgoglio per le numerose dimostrazioni di sostegno ricevute sia in Venezuela che all’estero, poche ore prima del suo insediamento. “I venezuelani non hanno paura”. “Mi ha riempito di orgoglio ed emozione vedere le strade piene di uomini e donne coraggiosi che rivendicavano i propri diritti”, ha detto González Urrutia in un messaggio pubblicato sul suo account X. I piani del presidente eletto di presentarsi nel suo Paese oggi per prestare giuramento come presidente restano “intatti”, anche se è necessaria una “valutazione” degli ultimi eventi a Caracas, ha affermato ieri l’ex presidente della Costa Rica, Laura Chinchilla, che assieme ad altri ex leader latinoamericani, si trova a ora a Santo Domingo con González Urrutia. Alla stampa ha dichiarato che “alcune circostanze” sono cambiate riguardo al ritorno del leader dell’opposizione in Venezuela e che ha intenzione di parlare con María Corina Machado.

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