L’Inps aggiorna i calcoli per la pensione e regala altri dispiaceri a Salvini

Tanti saluti a Quota 100. L’età minima per andare in pensione sale dagli attuali 67 anni (con 20 di contributi) oppure 42 anni e dieci mesi di contributi (uno in meno per le donne) a 67 anni e tre mesi e 43 anni e un mese di contributi nel 2027, e poi ancora a 67 anni e 5 mesi e 43 anni e 3 mesi di contributi nel 2029

Quota 100, bacioni! La silenziosa strategia del ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, per mettere in sicurezza i conti dello stato si compone di un altro tassello. L’Inps ha aggiornato i criteri per il calcolo delle pensioni, rivedendo i criteri di accesso: in pratica, l’età minima sale dagli attuali 67 anni (con 20 di contributi) oppure 42 anni e dieci mesi di contributi (uno in meno per le donne) a 67 anni e tre mesi e 43 anni e un mese di contributi nel 2027, e poi ancora a 67 anni e 5 mesi e 43 anni e 3 mesi di contributi nel 2029. Tre mesi nel 2027 e altri due nel 2029.

Si tratta di una inversione di rotta non solo rispetto alle promesse elettorali del centrodestra (ormai archiviate in molti altri ambiti) ma soprattutto rispetto all’andazzo degli ultimi governi, che si erano prodigati per ritardare gli adeguamenti all’allungamento della vita e per introdurre eccezioni, deroghe e sperimentazioni. Come era logico aspettarsi, i sindacati sono andati su tutte le furie: “E’ l’ennesimo peggioramento del quadro previdenziale di questo governo”, ha detto la Cgil, aggiungendo che “si rischiano nuovi esodati”. Invece, in un momento di rallentamento della crescita e di elevato debito pubblico, questa mossa va a beneficio dei giovani, i più penalizzati dalle politiche pensionistiche lassiste. La virtù di Giorgetti non deriva soltanto dalla necessità di puntellare le finanze pubbliche, ma anche dalla consapevolezza che il mercato del lavoro sta attraversando una fase positiva, con un numero record di occupati e un livello di disoccupazione contenuto, almeno per gli standard italiani. Sul piano politico è la conferma che The Banker, il mensile del Financial Times, ci ha visto giusto nel nominare Giorgetti “ministro dell’anno 2025” elogiandone il pragmatismo. L’inquilino di Via XX Settembre dimostra di avere una sua agenda che non anticipa con le parole, ma che emerge dai fatti. Fortunatamente, è l’agenda di serietà e realismo di cui il paese ha bisogno.

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