Il permalosetto Scurati s’era andato a lagnare per un titolo un po’ abrasivo
C’è chi soffre e quasi finisce in depressione per aver interpretato “M”, e chi di fronte a un uso forse impolite, ma in sostanza di buona vena polemica, per quella stessa “M” s’impermalosisce. Si sente ferito nell’onore come Mimì Metallurgico, offeso nella sua dignità di Scrittore Antifascista. E con un eccesso di amor proprio va a lamentarsi per le vie brevi. Insomma Alessandro Sallusti, anno 2022, aveva polemizzato in un titolo con Antonio Scurati, che alla stampa francese aveva definiti Giorgia Meloni e i suoi “eredi di Mussolini, e in quanto tali pericolosi per l’Italia”. Sallusti aveva replicato con un articolo in cui appellava lo scrittore come “uomo di M”. Ma agli scrittori che s’immolerebbero per la libertà d’espressione propria non piacciono i calembour altrui, e così Scurati s’era rivolto all’Ordine dei giornalisti per chiedere la punizione di Sallusti. Poiché “essere stato definito ‘Uomo di M’, ove la lettera ‘M’ veniva interpretata come l’iniziale della parola ‘merda’” era onta grave.
Si sorvolerà sul carattere permalosetto di Scurati, ma la cosa davvero buffa è che ora il Consiglio di disciplina dell’Ordine dei giornalisti della Lombardia ha comminato una “censura” all’allora direttore di Libero, Sallusti. Perché quel titolo di prima a pagina non può considerarsi un esercizio del diritto di satira, ma è una “grave violazione delle norme deontologiche della professione giornalistica”.
Fa ovviamente piacere ricordarsi a volte che esista un Consiglio di disciplina dell’Ordine dei giornalisti, anche se spesso si è portati a dimenticarlo perché tanti e tanti attacchi ad personam, e illazioni, e anche peggio si leggono sui giornali senza che vengano presi in considerazione. Ma che l’organo di disciplina si spinga a dire che “i toni usati non sono certo quelli dell’ironia, del paradosso, della metafora e dell’irrisione che caratterizzano la satira, ma quelli di una forte e aspra critica politica”, è segno che il giudizio non è disciplinare, bensì politico. Ma la libertà di stampa la minacciava “M”.