“In attesa del progetto Ue, SpaceX è una soluzione. Ma Musk preoccupa”. Parla Pinotti (Pd)

L’ex ministra: “Dotare la Difesa di una tecnologia adeguata è un’esigenza reale, come ha detto Crosetto. Non c’è dubbio che oggi SpaceX ha i requisiti i requisiti per fornire capacità e servizi. Ma servono garanzie per la sicurezza nazionale. Musk persegue inquietanti obiettivi politici”

Possibilità e dubbi. Da un lato “SpaceX è il player più forte e ha la capacità di offrire una soluzione”. Ma dall’altro “mi preoccupa mettere in mano a soggetti terzi le nostre informazioni più riservate”. La dem Roberta Pinotti è stata ministra della Difesa nei governi Renzi e Gentiloni. Risponde al Foglio dopo aver ascoltato il question time di Guido Crosetto, quello in cui l’attuale responsabile della Difesa ha parlato dei satelliti di Starlink e della necessità – “quasi un obbligo”, ha detto – di dotarsi di strumenti nuovi e in grado di rispondere alle esigenze dell’esercito.




Onorevole, da questo punto di vista, esiste un problema di tecnologia in Italia? “L’investimento fatto a suo tempo in Sicral e in Cosmo-SkyMed, la costellazione di satelliti radar per l’osservazione della Terra gestita dall’Asi e dalla Difesa, era stato importante, ma certamente non risolutivo”, dice l’ex ministra. “C’è stato poi Opsat-3000, un satellite militare ottico costruito su incarico del ministero della Difesa per specifiche esigenze delle Forze armate. Nel frattempo la tecnologia ha galoppato e l’esigenza che viene posta oggi riguarda le comunicazioni, la possibilità di utilizzare una rete di satelliti a orbita terrestre bassa, che consenta comunicazioni veloci e sicure. E’ un’esigenza reale, come ha detto il ministro in Parlamento”. In questo quadro, dal punto di vista tecnologico, l’azienda di Elon Musk sembra essere quella meglio attrezzata per soddisfare queste esigenze. Può davvero fare al caso nostro? “Non c’è dubbio che oggi SpaceX sia la compagnia di riferimento, disponendo di oltre 6 mila satelliti in orbita bassa e con la previsione di un aumento esponenziale degli stessi. Ha certamente i requisiti per fornire capacità e servizi. Ma la domanda che dobbiamo porci – suggerisce Pinotti – è anche un’altra e riguarda la sicurezza nazionale, più che la tecnologia”. Ci spieghi meglio. “Dobbiamo chiederci se quello che serve è una connessione specifica per le informazioni riservate, in particolare per Difesa, Esteri e intelligence, chi sarà il depositario dei crittogrammi?”. (Montenegro segue a pagina quattro)

“Se la rete deve essere chiusa e segreta – continua Pinotti – è evidente che le informazioni non devono poter essere accessibili a nessun altro, quindi ovviamente neppure a Musk. Che peraltro sempre di più agisce non solo sul piano della tecnologia e del mercato, ma anche perseguendo specifici e, a mio giudizio, inquietanti obiettivi politici”. Crosetto ha assicurato che l’Italia avrebbe le capacità per difendersi. Accanto a questo il ministro ha posto il tema dei ritardi europei e delle incognite che hanno accompagnato il progetto Iris2, di cui non si conoscono ancora le reali capacità e che non arriverà prima del 2030. “Sono sempre stata, e oggi più di ieri, a favore di uno sviluppo della tecnologia europea, in un’ottica di autonomia strategica che non ci renda inabili in caso di inaspettati cambiamenti”, ragiona Pinotti. “Quindi certamente bisogna procedere con Iris2, in cui oltretutto c’è il coinvolgimento di Telespazio, e farlo più in fretta possibile. Progetti in cui è necessario consorziarsi sono per loro stessa natura più lenti rispetto a quelli di un unico soggetto. Ma i ritardi non sono più giustificabili. L’Europa – spiega l’ex ministra – con il sistema Galileo ha dimostrato la capacità di produrre tecnologia che non ha nulla da invidiare a quella americana del Gps, anzi. Però in attesa che Iris 2 sia operativo, occorre attrezzarsi”.

Tenendo ben presenti i rischi legati alla sicurezza. Ma anche i tanti dubbi di natura economica (Musk è praticamente un monopolista nel settore) e politica che accompagnano il magnate di SpaceX nel suo legame sempre più stretto con Trump. “Sono davvero molto preoccupata, sembra si stia lavorando a un nuovo network della destra mondiale che ha l’obiettivo dichiarato di indebolire le democrazie, non più nelle vesti reazionarie e populistiche alla Bannon ma travestita dall’apparato luccicante della più innovativa tecnologia. Detto questo, sul fatto che Musk sia quasi un monopolista, non credo sia da farne a lui una colpa”. Quali garanzie dovrebbe chiedere il governo prima di stipulare eventuali accordi? “La gestione nazionale della crittografia e la possibilità di recuperare eventuali investimenti di sistema non appena Iris2 sarà in grado di coprire le esigenze. Infine – conclude Pinotti – il governo dovrebbe parlarne in Europa, visto che si tratta di un progetto comune”.

Di più su questi argomenti:

Leave a comment

Your email address will not be published.