Chi è Vittorio Rizzi, il nuovo capo del Dis

La premier Meloni ha annunciato in conferenza stampa il successore di Elisabetta Belloni. Prefetto, classe 1959, ha avuto incarichi di primo piano nella Polizia. Attualmente è il vicedirettore dell’Aisi, i servizi segreti interni

Vittorio Rizzi sarà il nuovo direttore del Dis“. La premier Giorgia Meloni lo annuncia in conferenza stampa. La sua nomina era nell’aria, adesso è ufficiale: il nuovo ruolo sarà formalizzato nel Consiglio dei ministri che si tiene oggi. Contestualmente, Meloni ha ringraziato la dimissionaria Elisabetta Belloni “per il lavoro straordinario” svolto alla guida dei servizi.



Sessantacinque anni, già vicedirettore dell’Aisi, servizi segreti interni, il prefetto Rizzi è stato vice capo vicario della Polizia, dopo un cursus tutto interno che lo ha visto all’opera in vari pool di investigazione, da quello che ha indagato sull’omicidio di Marco Biagi a quello che ha portato all’arresto dell’infermiere Angelo Stazzi. Rizzi, bolognese, due lauree, esperto anche di sociologia del crimine, è stato anche questore all’Aquila, direttore della Criminalpol, della Polstrada dell’Ispettorato di Pubblica sicurezza di Palazzo Chigi (sicurezza delle sedi istituzionali del governo).

È nipote d’arte (di Vincenzo Parisi, ex capo della Polizia dal 1987 al 1994), è stato definito da Meloni “funzionario dello stato di primo ordine” che ha ottenuto “straordinari risultati operativi” che “sono apprezzati sia dentro che fuori i confini nazionali” ed è appassionato di AI, nel senso che ne studia la possibile applicazione in campo operativo (indagini, archivi).



Il nome di Rizzi, bolognese classe 1959, era tra i più quotati in virtù di una lunga carriera nelle forze dell’ordine, a vari livelli. Nelle scorse ore sono stati vagliati altri profili, come quello di Giovanni Caravelli e Bruno Valensise, considerati vicini al sottosegretario Mantovano. E poi il vicecomandante dei Carabinieri Mario Cinque e il capo della Polizia Vittorio Pisani. Ma alla fine la scelta è ricaduta sul numero due dell’Aisi (adesso dovrà essere individuato il sostituto), per le sue qualità di tipo operativo ma anche politico e di raccordo tra i diversi livelli di intelligence che sarà chiamato a coordinare.

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